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EMILIA-ROMAGNA: Niente personale per sollevare lo scooter, disabile perde il treno

ATTUALITÀ - Un ragazzo con disabilità non è potuto salire su un treno regionale da Bologna a Imola, perché non era stato allertato in tempo il personale dedicato a caricare sul convoglio il suo scooter elettrico a quattro ruote. A denunciare l'episodio "a dir poco disdicevole" è Carlo Aulizio, imolese, che se non fosse stato per il fratello che vive a Bologna, lo scorso 26 settembre avrebbe rischiato di rimanere in strada, non potendo rientrare a casa sua. Carlo era arrivato in treno a Bologna la mattina, dopo che il giorno precedente si era informato sulla possibilità di caricare il suo motorino elettrico contattando Trenitalia. "L'operatore - racconta in una lettera inviata alla nostra redazione - mi ha posto tutta una serie di domande che riguardavano le caratteristiche del mezzo e mi ha spiegato come mi sarei dovuto comportare una volta arrivato in stazione a Imola. Al ritorno, con mia grande sorpresa, non mi è stata data la possibilità di salire sul treno per cui avevo già acquistato il biglietto". Carlo dice di aver così scoperto, "senza che l'operatore del numero verde mi avesse avvisato di questo obbligo il giorno precedente, che avrei dovuto prenotare il treno del ritorno a Imola 12 ore prima, per poter trovare in stazione a Bologna e a Imola il personale dedicato della 'Sala blu' con il sollevatore per il mio mezzo. Non tutte le pedane installate sui treni, infatti, consentono di salire/scendere con i propri mezzi" in maniera autonoma, sottolinea. Per fortuna Carlo ha trovato ospitalità a casa del fratello, ma si domanda: "Chi non avesse avuto questa possibilità o i soldi per pagarsi un albergo, che cosa avrebbe potuto fare?". Il problema però va oltre il singolo episodio. "Potrei anche non aver compreso correttamente quello che mi è stato detto dall'operatore del numero verde - riflette Carlo -, ma com'è possibile che le persone con disabilità non siano libere di viaggiare quando desiderano, e siano costrette a regolarsi sulla base di meccanismi sconosciuti e soprattutto discriminanti?".

CREVALCORE: Alla Marelli arriva Calenda ma la Fiom Cgil non lo incontra | VIDEO

Oggi il leader di Azione Carlo Calenda è arrivato davanti allo stabilimento della Magneti Marelli di Crevalcore per il quale è stata confermata la chiusura da parte della proprietà. Ma l’incontro con i lavoratori, dopo le polemiche tra Calenda e Landini dei giorni scorsi, non c’è stato: i delegati di Fiom Cgil si sono rifiutati sospendendo il presidio.  Appena Carlo Calenda, leader di Azione, è arrivato a Crevalcore, nel Bolognese, davanti allo stabilimento della Magneti Marelli, i lavoratori hanno interrotto il presidio evitando ogni tipo di incontro. E’ stata boicottata così dalla Fiom Cgil la visita di oggi dell’ex ministro dopo che la proprietà dell’azienda ha confermato la chiusura dello stabilimento. Una polemica, tra il sindacato e Calenda, che è nata sui social qualche giorno fa quando l’esponente politico ha criticato il segretario Cgil, nonché ex leader delle tute blu della Fiom, Maurizio Landini sul suo atteggiamento durante la cessione dell’azienda da parte della Fiat. Su queste questioni “non c’è una mobilitazione – ha detto Calenda - che invece c’è stata quando c’era Marchionne, perché la Fiat e in particolare gli Elkann sono i proprietari di Repubblica, il principale giornale della sinistra italiana. Nessuno si mobilita e questo è l’inizio di una crisi molto più profonda. Io non ho vantaggi politici a scontrarmi con gli Elkann o Repubblica né a dire scomode verità su Landini e il sindacato: ma se questa verità non viene detta, questo problema non si risolverà e la deindustrializzazione dell’Italia andrà avanti”, ha concluso. “Qui si sta consumando una crisi che nasce nel 2018. Una crisi che nasce quando viene venduta Magneti Marelli. Io sono qui per dire una cosa che secondo me è importante che gli operai sappiano: questa crisi non si combatte qui, ma si combatte facendo una grande mobilitazione sull’automotive in tutta Italia”. Così Carlo Calenda, leader di Azione, conversando coi cronisti a Crevalcore, nel Bolognese, davanti allo stabilimento la cui proprietà ha annunciato la chiusura. “La Fiat se ne sta andando – afferma Calenda che si è visto negato un incontro coi delegati Fiom -, se n’é andata. Lo ha fatto dopo che lo Stato italiano gli ha dato una garanzia per pagarsi un dividendo. A quel pagamento l’unico che si è opposto è stato il sottoscritto, nessuno ha detto niente”.

EMILIA-ROMAGNA: Alluvione, 50 milioni per le aziende agricole

Ammontano a 50 milioni di euro le risorse per interventi per danni alle produzioni zootecniche, apistiche, e in seconda battuta alle strutture aziendali e alle infrastrutture interaziendali. I fondi sono stati stanziati dal Governo tramite un decreto che riguarda gli interventi urgenti per l'emergenza provocata dall’alluvione di maggio scorso e le disposizioni per la ricostruzione. La Regione ha messo a punto, con propria delibera, la procedura per le spese ammissibili e le richieste di indennizzi. “Un aiuto importante per le aziende agricole- commenta l’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi- ma ancora molto lontano dalla cifra complessiva necessaria per coprire tutti i danni alle imprese colpite dall’alluvione. Chiediamo al Governo di puntare all’obiettivo della ricostruzione totale delle infrastrutture e dell’indennizzo alle produzioni, con risarcimenti al 100%. Ora serve fare presto, liquidare le imprese il prima possibile per sostenere il reddito aziendale e la ripartenza”. In tutto sono 221 milioni di euro i fondi annunciati e a cui si sta lavorando per le imprese agricole dei territori colpiti dalle alluvioni e frane di maggio, a fronte di un danno accertato che si aggira attorno a un miliardo di euro.

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