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BOLOGNA: Olio esausto rubato e rivenduto illegalmente, arresti dei Carabinieri | VIDEO
CRONACA - Vasta operazione dei Carabinieri, in tutta Italia, che partendo da alcune segnalazioni di furti nel Bolognese ha portato alla scoperta di un’associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di olio esausto, che poi veniva rivenduto all’estero come biodiesel, senza alcuna lavorazione. Ventidue gli indagati, fra le società posto sequestro anche una di Crevalcore Sgominata un’associazione a delinquere, radicata in Campania e con alcuni membri che poi è emerso essere contigui alla camorra, attiva in diverse regioni del Paese e dedita al recupero di oli esausti e a fittizie raffinazioni prima della rivendita sul mercato del biodiesel. Un attività in grado di produrre profitti illeciti, tra il 2021 e il 2022, di oltre due milioni e mezzo di euro. È quanto emerso al termine dell’operazione denominata “Petrolio dorato”, condotta dai nuclei operativi di Bologna, Treviso e Venezia e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia, che ha portato all’esecuzione, da parte dei Carabinieri del Gruppo di Tutela ambientale del capoluogo veneto, a 11 misure cautelari, di cui 5 domiciliari, più altre undici persone indagate e due società autorizzate al trattamento degli oli esausti poste sotto sequestro. Una si trova vicino Padova, l’altra a Crevalcore, nel Bolognese, provincia da cui è partita l’indagine in seguito ad alcune segnalazioni di furti dalle campane per la raccolta di olio. Poi sono aggiunte quelle dei consorzi del settore e da lì, tramite anche intercettazioni, pedinamenti e gps sui camion è stato svelato il sistema messo in piedi dal sodalizio criminoso, che oltre ai furti acquistava anche regolarmente l’olio esausto, lo lavorava in modo fittizio, in alcuni casi semplicemente aggiungendo dell’acqua, e poi lo rivendeva prevalentemente all’estero. Austria, Slovacchia, Malta, Ungheria, Bulgaria, Libia. Qui ci arrivavano anche tramite attività economiche gestite dagli indagati in Spagna e Grecia. Individuati anche siti in Veneto, Trentino, Lazio e Campania: 16 le perquisizioni, con diversi sequestri, lungo tutto lo stivale. Sigillato inoltre a Bargellino, alle porte di Bologna, anche un immobile riconducibile ad uno degli indagati, presumibilmente prossimo all’avvio delle stesse attività illecite emerse dall’indagine, che ha visto anche il coinvolgimento dell’Europol.
RAVENNA: Si gettò dal nono piano con figlia e cane, al via processo in assise | FOTO
Davanti alla Corte d'Assise di Ravenna è partito in mattinata il processo per omicidio pluriaggravato a carico di Giulia Lavatura Truninger, la 41enne che la mattina dell'8 gennaio 2024 si era gettata dal nono piano del suo condominio di via Dradi a Ravenna portando con sé la figlia Wendy di sei anni e la cagnolina Jessy. La bimba e il cane - dopo un volo di circa 30 metri - erano morte sul colpo (il fascicolo per uccisione di animale è stato stralciato e seguirà altra via processuale). Mentre la 41enne si era salvata probabilmente grazie a reti e ponteggi che in quel periodo avvolgevano lo stabile. L'imputata, difesa dall'avvocato Massimo Ricci Maccarini, non era presente in aula. Non c'era nemmeno il marito, parte offesa che ha scelto di non costituirsi parte civile. In apertura del dibattimento, il Pm Stefano Stargiotti ha detto che c'è concordanza tra le parti sulla dinamica dell'accaduto annunciando l'acquisizione di tutti gli atti e lasciando al vicequestore Claudio Cagnini, al tempo dirigente della squadra Mobile ravennate, il compito di illustrare l'accaduto anche tramite foto proiettate sullo schermo in aula. Dalle indagini della polizia, era emerso che la donna era in cura al centro di salute mentale ma che aveva da alcune settimane deciso di interrompere la terapia farmacologica. La perizia psichiatrica disposta dal Tribunale, ha in fase preliminare accertato in sintesi che la 41enne è incapace di intendere e volere ed è socialmente pericolosa. Oggi si trova in una struttura protetta.
BOLOGNA: Ergastolo per omicidi di moglie e suocera, 29 settembre l'appello
Prenderà il via il 29 settembre davanti alla Corte di assise di appello di Bologna il processo di secondo grado per l'ex medico della Virtus pallacanestro e oculista Giampaolo Amato, condannato all'ergastolo il 16 ottobre 2024 per gli omicidi della moglie Isabella Linsalata e della suocera Giulia Tateo.L'udienza è stata fissata in seguito agli atti di appello dei nuovi difensori dell'imputato, il professor Franco Coppi e l'avvocato Valerio Spigarelli, che hanno chiesto un rinnovo dell'istruttoria e di disporre una perizia tossicologica.I due omicidi, secondo l'accusa, impostazione accolta dai giudici di primo grado, sarebbero stati commessi con un mix di Sevoflurano, un anestetico, e Midazolam, ovvero benzodiazepine.Amato, in carcere dall'8 aprile 2023, si è sempre dichiarato innocente.Il medico era stato invece assolto dall'accusa di peculato per il possesso dei farmaci.Parti civili nel processo sono la sorella di Isabella Linsalata e il fratello di Giulia Tateo, assistiti rispettivamente dagli avvocati Maurizio Merlini e Francesca Stortoni.
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