6 DICEMBRE 2024

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6 DICEMBRE 2024 - 15:36


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EMILIA-ROMAGNA: Assemblea legislativa, prima seduta il 13 dicembre

Venerdì 13 dicembre è convocata la prima seduta dell'Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna. Inizia così la XII legislatura regionale, frutto delle elezioni del 17 e 18 novembre. L'avvio dei lavori è previsto alle ore 10 in viale Aldo Moro 50 a Bologna. La convocazione è stata inviata alle consigliere e ai consiglieri eletti alle scorse elezioni regionali, a norma di Statuto, dalla presidente uscente dell'Assemblea legislativa Emma Petitti. La prima seduta è presieduta dal consigliere anziano Giovanni Gordini, eletto nella lista Civici con de Pascale nella circoscrizione di Bologna, fino alla nomina del nuovo presidente. È altresì costituito un Ufficio di Presidenza provvisorio costituito, oltre che da Giovanni Gordini, dai due consiglieri più giovani, uno per ciascun genere, che fungono da Segretari durante le votazioni: Tommaso Fiazza (Lega) e Anna Fornili (Pd). Come suo primo atto, infatti, l’Assemblea elegge, fra i suoi consiglieri e le sue consigliere, il o la Presidente, che riveste un ruolo super partes. Il Presidente è eletto a maggioranza dei quattro quinti dell'Assemblea (40 voti). Se dopo due scrutini nessun candidato ottiene la maggioranza richiesta, nella terza votazione, da tenersi di diritto il giorno successivo, è sufficiente la maggioranza dei voti dei componenti l'Assemblea (26 voti). Dopo tale votazione, è richiesta la presenza della maggioranza dei consiglieri ed è eletto chi ha ottenuto il maggior numero di voti o, in caso di parità, il più anziano di età. A coadiuvare il o la Presidente nell’esercizio delle sue funzioni è l’Ufficio di presidenza, di cui fanno parte, oltre al Presidente, anche due vicepresidenti, due segretari e due questori, anch'essi eletti fra i consiglieri e le consigliere nel corso della prima seduta. Per l'elezione dei Vicepresidenti, dei Segretari e dei Questori, ciascun consigliere vota un solo nome. Vengono eletti coloro che hanno riportato il maggior numero di voti. In caso di parità di voti risulta eletto il consigliere più anziano di età




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FORLI’: Al Fabbri il premio Nobel Parisi, “l'Europa investa in ricerca”

L'Europa deve investire di più nella ricerca, promuovendo politiche che vadano in questa direzione, e in Italia i piccoli aumenti non sono sufficienti a imprimere un cambiamento. Lo ha detto il Nobel Giorgio Parisi nell'incontro sulla ricerca e l'Europa organizzato a Forlì, in ricordo del giornalista scientifico Pietro Greco, dall'Associazione Nuova Civiltà delle Macchine con l'Associazione Progetto Ruffilli e l'Associazione e Alighieri Forlì-Cesena, con il sostegno del Comune.      In Europa investire in ricerca è fondamentale per sostenere le nuove sfide internazionali, dalla crescente concorrenza della Cina al ruolo sempre più presente dei privati: "Se l'Europa non riuscirà a puntare sulla ricerca, questo sarà un problema", ha osservato Parisi ricordando la proposta fatta all'inizio degli anni '90 dall'allora presidente della Commissione Ue Jacques Delors, di poter stornare dal deficit di bilancio le spese per la ricerca. Quella proposta è poi decaduta, ma secondo Parisi è ancora valida: "L'Europa potrebbe spingere i suoi Stati membri a investire di più" attraverso "politiche economiche a favore della ricerca".        Avere una ricerca pubblica forte è anche necessario per sostenere la concorrenza di un Paese che sulla scienza sta investendo moltissimo, come la Cina, e che "sta dimostrando un costante interesse nell'investire nella scienza". Finanziare la ricerca publica significa poi avere uno strumento importante per affrontare l'ascesa dei privati: "È fondamentale che ci sia la capacità pubblica di finanziare la scienza. Il pubblico di condividere le conoscenze, mentre i privati potrebbero non avere interesse a farlo".       Investire sulla ricerca scientifica è cruciale anche per l'Italia, dove piccoli aumenti non sono sufficienti: aiutano solo a compensare l'inflazione, ha osservato, e richiederebbero un tempo molto lungo per rappresentare un aumento sostanziale: "Anziché procedere con piccoli aumenti, si dovrebbe invece cambiare completamente rotta".       Nel nostro Paese, ha aggiunto, mancano inoltre i capitali di rischio, disposti a investire su progetti presentati da giovani ricercatori brillanti e che permettano loro di realizzare le loro idee. "Attravero la Cassa depositi e prestiti, il governo italiano potrebbe firmare contratti di questo tipo, naturalmente in maniera oculata, ma questo - ha rilevato il Nobel - non viene fatto". Un segnale forte delle difficoltà che i giovani ricercatori brillanti trovano in Italia è evidente, per esempio, delle classifiche dei finanziamenti assegnati dal Consiglio Europeo della Ricerca: "Se guardiamo alla classifica secondo la nazionalità dei ricercatori, gli italiani sono fra i primi posti, ma nella classifica per Paesi, l'Italia è su posizioni più basse".