4 MARZO 2024

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4 MARZO 2024 - 11:46


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ROMAGNA: Concessioni balneari scadute, “rischio caos” | VIDEO

Le concessioni balneari sono ufficialmente scadute, ma data l’assenza di una norma nazionale, sono in regime di deroga. Sia il sindaco di Rimini del Pd Sadegholvaad che il senatore cinquestelle Croatti, seppure da punti di vista diversi, chiedono di fare chiarezza.

Non vi è ancora certezza su quello che sarà il futuro delle imprese balneari. Niente bandi per quest’anno, nonostante le concessioni siano scadute il 31 dicembre scorso. In attesa di una legge nazionale che metta ordine alla materia, e con il rischio che ciascun Comune faccia di testa propria, il dibattito prosegue. Per il sindaco dem di Rimini, Jamil Sadegholvaad, senza chiarezza c’è il rischio di perdere l’autenticità dell’accoglienza romagnola: “La mia principale preoccupazione è che si possa perdere quel quella peculiarità tipica della nostra spiaggia, che è fatta dell'accoglienza e della professionalità di centinaia di operatori del nostro territorio, che sono stati capaci di caratterizzare l'offerta balneare riminese fatta all'insegna dell'accoglienza, ma anche di una grande professionalità e di servizi sempre all'avanguardia. Il timore, quindi, è quello di una confusione normativa come quella che stiamo vivendo, di vedere prevalere i grandi gruppi che io credo andrebbero a snaturare quella che è una delle migliori caratteristiche della nostra spiaggia”.

Il Movimento 5 stelle torna a sottolineare l’urgenza di partire con i bandi. Per il senatore pentastellato riminese Marco Croatti, “stiamo perdendo molto tempo”. “Sono le evidenze pubbliche che sono già state richieste dalla sentenza del Consiglio di Stato del Tar – ha rilevato Croatti -. La necessità di fare delle gare, delle evidenza che diano la possibilità agli operatori di poter partecipare. Stiamo perdendo tantissimo tempo, ci sono concessionari che hanno bisogno di certezze e soprattutto di imprenditori che hanno bisogno di investire”.




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BOLOGNA: Raccolta firme di Fratelli d’Italia per il referendum contro la città 30 | VIDEO

Fratelli d’Italia ha organizzato una raccolta firme in piazza Galvani a Bologna contro la città 30 e a sostegno dell’operato delle forze dell’ordine, a pochi giorni dalla presentazione dei dati del Comune a un anno dall’entrata in vigore del provvedimento. Un banchetto per raccogliere firme a sostegno del referendum contro la città 30° a Bologna. Una corsa contro il tempo, con la scadenza prevista per il 25 gennaio, per Fratelli d’Italia che si schiera contro il provvedimento adottato dal Comune, sottolineando come i numeri presentati di recente dal sindaco Lepore non siano così diversi rispetto agli anni precedenti e polemizzando anche sul cambio del Presidente dell’osservatorio regionale sulla sicurezza stradale per motivazioni politiche. Una raccolta firme anche a sostegno dell’operato delle forze dell’ordine, ritenute da FdI poco tutelate e sotto l’occhio del ciclone dopo i recenti fatti di cronaca per il caso Ramy e le conseguenti manifestazioni in città. "Sono fuorvianti i dati che ci sono stati forniti dal sindaco Lepore rispetto alla città 30 all'ora, in particolare quando dice che c'è un calo della mortalità e degli incidenti" proprio grazie alla misura introdotta un anno fa. A dirlo è l'europarlamentare di Fratelli d'Italia, Stefano Cavedagna, commentando il bilancio tracciato dal sindaco di Bologna, Matteo Lepore, ad un anno dall'entrata in vigore della riduzione della velocità in tante strade della città. Fratelli d'Italia ha già raccolto "circa 3000 firme" per indire un referendum per abrogare la misura e nel corso della giornata sono stati organizzati banchetti in diversi punti della città per incrementare le sottoscrizioni dei bolognesi (ne servono 9mila) per questo scopo e per sostenere il Ddl Sicurezza. Dai dati della Città metropolitana nel 2013 avevamo soltanto 7 decessi, quindi meno di quelli che abbiamo oggi, poi nel 2014 nel 2015 nel 2016 c'è stato un aumento della mortalità sulle strade e nel 2017 un ulteriore diminuzione molto simile a quella del 2013". Per Cavedagna "questi dati statistici vengono purtroppo forniti ad hoc per cercare di imbrogliare i cittadini o di portarli ad aderire alla città a 30 all'ora. Purtroppo, come ci dice invece la polizia locale rispondendo a un'interrogazione che noi abbiamo presentato negli ultimi mesi, i dati della mortalità sulle strade di Bologna, sono causati da chi guida in stato di ebbrezza - spiega Cavedagna - da chi fa guida spericolata, da chi guida guardando il cellulare o chi ha comportamenti illeciti sulle strade uno tra questi, ad esempio era una persona che viaggiava oltre i 120 all'ora sui viali della città. Sono questi i casi che purtroppo causano mortalità, come abbiamo visto anche qualche mese fa in via Azzurra dove chi ha causato l'incidente si è dimostrata sotto effetto di stupefacenti, non è chi va ai 36 o i 40 all'ora che uccide le persone. "A Bologna, come segnalato anche dal ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, c'è una situazione anche determinata dalla concomitanza di eventi di particolare rilievo. È significativo in questa fase garantire alle forze dell'ordine una vicinanza e una solidarietà che qualcuno ha messo troppe volte in discussione con comportamenti che sono sotto gli occhi di tutti". Lo ha detto il capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, Galeazzo Bignami, che in piazza Galvani a Bologna ha partecipato al banchetto di Fratelli d'Italia per la raccolta firme a sostegno alle Forze dell'Ordine  e per No Bologna 30. "Chiediamo - prosegue - come si evince dal Ddl Sicurezza, l'introduzione di strumenti che garantiscono maggiore sicurezza per la cittadinanza, maggiore tutela dei diritti soprattutto nei confronti dei soggetti più deboli e anche un'attenzione nei confronti delle forze dell'ordine, spesso sottoposte ad offese e oltraggi che non sono più sostenibili".