12 APRILE 2024

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12 APRILE 2024 - 10:49


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BOLOGNA: Trovato l'ultimo disperso della strage di Suviana, il 68enne Vincenzo Garzillo | VIDEO

Sono passati tre giorni dalla tragica esplosione alla centrale elettrica di Bargi e solo questa mattina è stato recuperato l’ultimo disperso Vincenzo Garzillo, 68 anni di Napoli. In queste ore gli oltre 100 Vigili del Fuoco e sommozzatori hanno lavorato duramente in condizioni molto difficili per recuperare i corpi nella flebile speranza di trovare ancora qualcuno in vita. Purtroppo  alle tre vittime iniziali se ne aggiungono quattro per un totale di 7 morti. Nella mattinata di giovedì sono stati recuperati i corpi di  Adriano Scandellari, 57 anni, di Padova, lavoratore specializzato di Enel Green Power e Paolo Casiraghi, 59 anni, di Milano, tecnico della Abb, mentre in tarda serata i sommozzatori hanno individuato la sesta vittima, Alessandro D'Andrea, 37 anni, tecnico specializzato originario di Forcoli, nel pisano, che lavorava per la  Voith di Cinisello Balsamo. Tra i feriti, quello più grave è ricoverato al Centro Grandi Ustionati dell'ospedale " Bufalini" di Cesena, si tratta di un 42enne di Camugnano, che si trova ancora in prognosi riservata con ustioni profonde ma non estese. Intanto si cerca di capire quali siano le responsabilità delle aziende coinvolte. "Enel green power non ha subappaltato niente, come committente abbiamo appaltato alcuni lavori di realizzazione, di progettazione, fornitura, di montaggio e di collaudo a tre primarie aziende. Due di queste", Siemens e Voith, "non Abb, hanno appaltato alcune prestazioni specialistiche. Il fatto che nella loro autonomia abbiano cercato fuori dalla propria azienda alcune competenze, che è un comportamento legittimo, si può definire come una catena di subappalto?". Così l'Ad di Enel Green Power Salvatore Bernabei a Porta a Porta rispondendo a Bruno Vespa sul problema dei subappalti nell'indicente alla centrale idroelettrica di Suviana.




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BOLOGNA: La Perla, segnali di ripartenza, 25 dipendenti tornano in attività | VIDEO

A Bologna segnali di rilancio per l’azienda La Perla con alcuni dipendenti che sono tornati in attività: un piccolo passo nell’attesa di capire come evolverà la situazione giuridica tra le procedure in atto e provare ad accelerare i tempi, per andare sul mercato alla ricerca di un acquirente. Vediamo i dettagli Una giornata di emozioni davanti la sede dell’azienda La Perla di Bologna che pian piano cerca di riprendere il suo percorso produttivo: sono 25 infatti le lavoratrici che sono tornate in attività dopo le 3 della scorsa settimana, con la prima assemblea sindacale dopo tantissimi mesi. In attesa del protocollo che gestirà l’attività giuridica italiana con quella inglese, resta importante tutelare il marchio e le lavoratrici e i lavoratori per evitare una divisione: infatti, sono poco più di 250 i lavoratori rispetto ai 300 di qualche anno fa. "Definire col Mimit, una volta per tutte, il protocollo che lega l’attività giuridica italiana con quella inglese. Dobbiamo evitare lo spezzatino aziendale, unendo le diverse le realtà e tutelandone l’occupazione”, affermano congiuntamente Filctem e Uiltec, guidata, in città, da Maria Angela Occhiali. Una luce di speranza – racconta Occhiali -. Fondamentale che tutte le parti in causa si muovano nella direzione di salvare La Perla. Nell’attesa di arrivare a un bando di vendita congiunto finalizzato all’acquisto di un imprenditore serio.