18 APRILE 2024

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18 APRILE 2024 - 13:11


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BOLOGNA: Aeroporto, i sindacati chiedono premi di produzione | VIDEO

I sindacati chiedono un riconoscimento salariale per le lavoratrici e i lavoratori dell’Aeroporto Marconi di Bologna dopo gli ottimi risultati, tra ricavi e utili, raggiunti dal sito bolognese.

Un sit-in di protesta per chiedere un premio ai lavoratori dell’Aeroporto. E’ la richiesta dei sindacati di categoria legati a Cgil, Cisl, Uil e Ugl, nei confronti degli azionisti pubblici e privati, visti i numeri alti raggiunti dal sito di Bologna, che ritornano ai tempi del pre-covid, sia in termini di passeggeri (circa 10 milioni), di ricavi (oltre 145 milioni di euro) e di utile (oltre 6 milioni di euro). Un riconoscimento per quelle 1400/1500 persone tra lavoratrici e lavoratori che agiscono nell’ombra e allo stesso tempo permettono che tutto funzioni perfettamente all’interno del sito aeroportuale.

"Siamo arrivati a un numero di passeggeri in linea con il periodo pre-Covid, siamo vicini ai 10 milioni. Questo ha determinato numeri importanti per lo scalo: 145 milioni di ricavi, un utile di quasi 17 milioni e investimenti per 33 milioni. Manca, però, la voce degli investimenti sul fattore lavoro: è arrivato il momento di redistribuire il valore prodotto dall'Aeroporto verso il basso", spiega il segretario della Filt, Andrea Matteuzzi. "Oggi molti lavoratori, anche dopo molti anni, stanno decidendo di abbandonare questo mestiere, perché le condizioni retributive sono tali che le persone non sono più motivate a restare. Di qui la richiesta di un premio. Ci rivolgiamo a tutti gli azionisti pubblici e privati, che incasseranno il dividendo: bisogna dare una risposta concreta ai lavoratori.

E' necessario cambiare il paradigma, i lavoratori devono essere protagonisti. Oggi, in questo Aeroporto, sono fantasmi. Tutti ottengono successi, l'Aeroporto, le compagnie aeree, la città, ma dall'altra parte nessuno pensa ai lavoratori, che subiscono un grande stress per la quantità di lavoro che subiscono in queste fasi", ammonisce Max Colonna della Uil. "Nessuno credeva che dopo il Covid il traffico sarebbe già tornato a livelli normali già quest'anno. Nessuno, però, vede chi lavora per questo, chi scarica gli aerei, li pulisce, fa rifornimento, accompagna i passeggeri. Abbiamo tanti strumenti nei contratti per dare un premio a questi lavoratori. Il contratto nazionale è stato rinnovato a settembre scorso, ma l'integrativo è fermo a Bologna dal 2008. Rinnovare questi contratti è doveroso, qui ci sono gli strumenti per dare premi di produzione. Siccome società guadagnano, guadagnano, guadagnano, diamo qualcosa anche ai lavoratori", conclude Aldo Cosenza della Fit-Cisl dell'Emilia-Romagna.




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EMILIA-ROMAGNA: Alluvione, la Regione chiede la proroga dello stato di emergenza

La Regione Emilia-Romagna ha formalmente richiesto al Governo la proroga dello stato di emergenza nazionale, in scadenza il 4 maggio, per ulteriori 12 mesi a seguito delle alluvioni del 2023. A comunicarlo è il presidente della Regione, Michele de Pascale, in due lettere indirizzate alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, al ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci, e al capo del Dipartimento della Protezione civile, Fabio Ciciliano. Oltre alla proroga, l’Emilia-Romagna ha chiesto anche l'estensione dei termini per la presentazione delle domande di acconto del Contributo di immediato sostegno (Cis) al 30 settembre 2025 e delle domande di saldo al 30 novembre 2025. Inoltre, la Regione ha sollecitato la possibilità per privati e imprese danneggiati dagli eventi calamitosi di settembre e ottobre 2024 di presentare una domanda di Cis separata per ciascun episodio. "Questa richiesta si inserisce nel clima di collaborazione istituzionale che vogliamo continuare a portare avanti, a tutti i livelli, primo fra tutti quello col Governo, perché riteniamo sia la strada più efficace per far fronte ai drammatici eventi del ’23 e del ‘24.  Proseguire lo stato di emergenza è fondamentale per garantire continuità agli interventi di assistenza, ripristino e ricostruzione ancora in corso”, spiegano de Pascale e la sottosegretaria alla Presidenza con delega alla Protezione civile, Manuela Rontini. Secondo la Regione, la cessazione anticipata dello stato di emergenza rischierebbe di compromettere misure ancora operative, come l’assistenza agli sfollati, l’esenzione dai mutui per famiglie e imprese, e il completamento dei primi interventi urgenti. La proroga dei termini per i contributi, infine, sarebbe necessaria per consentire ai beneficiari di completare i lavori nei periodi più adatti, evitando ritardi nell'accesso agli aiuti.