BOLOGNA: Autonomia differenziata, Prodi, “La sanità pubblica soffocata pian piano” | VIDEO
A Bologna si è tenuto un convegno dal titolo ‘Governance e autonomia differenziata. Per un Servizio sanitario nazionale equo e universalistico’ per parlare dell’attualità delle problematiche legate alla sanità pubblica.
Un’autonomia differenziata che rischia di mettere ulteriormente in difficoltà la sanità pubblica regionale e nazionale. Se ne è parlato durante il convegno organizzato a Bologna dall’Associazione Giovanni Bissoni. Tanti i rischi rappresentati dal disegno di legge sul tema: la difficoltà di governance e dialogo tra le regioni e le strutture sanitarie, come il Policlinico S.Orsola e l’aumento ulteriore del divario, in ambito sanitario, tra nord e sud. Scelte di Governo che non soddisfano le regioni che potrebbero valutare di ricorrere in giudizio.
Romano Prodi: "Con l’autonomia differenziata nell’ambito del sistema sanitario nazionale “al Sud la situazione peggiorerà moltissimo e diventerà una tragedia nella tragedia, perché mancano le risorse e al Nord avremo un peggioramento progressivo con dei pesi che non riusciamo a sostenere neanche noi. Diminuiscono le risorse in entrambe le direzioni per quanto riguarda gli obiettivi. Non mi spiego come si possa andare avanti in questa direzione. Non sono un giurista, non so se si possa fare un ricorso alla Corte Costituzionale, ma quello che dico è che sarà un peggioramento complessivo per il Paese. Ma forse è un disegno da parte del Governo perché la Sanità pubblica non viene uccisa con il coltello, ma soffocata adagio adagio e l’autonomia differenziata è un mod di soffocarla. Di fatto è così.
Vasco Errani, Presidente Associazione Bissoni: "L’autonomia differenziata è il colpo mortale al Servizio sanitario nazionale, che ha bisogno di riforme, di risorse, di politiche innovative che vanno dall’integrazione socio sanitaria, alla sanità territoriale, alla formazione, superando questi vincoli assurdi e stupidi come quelli sul personale. L’autonomia differenziata è il colpo mortale al Servizio sanitario che è nazionale e non è regionale. Mettere le Regioni in competizione l’una con l’altra mentre dovrebbero recuperare i ritardi in alcune aree del nostro Paese è esattamente la strada opposta di quella che bisogna seguire. Dobbiamo usare tutti gli strumenti legislativi, per esempio alcune Regioni potrebbero ricorrere alla Corte Costituzionale, come chiede il comitato contro l’autonomia. Bisogna lavorare per capire se è possibile fare i referendum, e per me è possibile. Ma non possiamo essere osservatori di una scelta che metterà in discussione il diritto alla salute per tantissimi cittadini di questo Paese. Mi auguro che la discussione dia tutti gli elementi per motivare una posizione di netto contrasto a questa autonomia differenziata che mette in discussione alcuni principi fondamentali come l’articolo 3, l’articolo 5 della Costituzione
Chiara Gibertoni, Direttrice Generale IRCSS Policlinico Sant’Orsola di Bologna: "L’autonomia differenziata è un problema per strutture anche come il sant’Orsola che hanno alcune specialità in cui il 40% dei pazienti proviene da altre regioni che sono strutture pubbliche e accettano qualsiasi tipo di complessità e paziente, quindi non riescono a non sopravvivere se non attraverso un finanziamento che è sopra il confine regionale. Se poi aggiungiamo il fatto che si fa anche didattica e ricerca all’interno del sant’Osrola anche questi sono ambiti che non possono rimanere confinati all’interno delle Regioni. È una prospettiva che ci impaurisce e che arriva in un momento in cui il Sistema sanitario nazionale è in difficoltà, anche perché ci sono nodi di governare che non sono stati sciolti negli anni e che oggi rischiano, con l’autonomia differenziata, di definire sistemi sanitari diversi che non riescono a dialogare tra loro. Con un ovvio peggioramento, drammatico, del divario tra Nord e Sud, uno di quei nodi che non è stato risolto".
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