11 SETTEMBRE 2024

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11 SETTEMBRE 2024 - 14:59


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FORLI’: 1000 euro di rimborsi per i beni mobili, “Ridicolo, abbiamo buttato tutto” | VIDEO

Dopo gli agricoltori si alza la protesta anche dei cittadini le cui case sono state invase dal fango dell’alluvione. Tra i punti più criticati la somma stanziata dal governo per il rimborso dei beni mobili. Poche migliaia di euro a fronte di decine di migliaia di euro di danni.

“Avevano promesso i rimborsi al 100%, noi ancora non abbiamo visto niente”

6 mila euro di rimborsi, a cui però andranno sottratti quelli già ricevuti come contriburi di immediato sostegno, per una cifra che in molti casi arriva appena a 1000 euro. E’ quanto ha stabilito l’ultimo decreto del governo sugli indennizzi per i beni mobili, per chi ha visto la propria casa sommersa dal fango nel maggio 2023 e ha dovuto buttare via tutto.

E’ il caso della famiglia Vitali. Qui siamo a Forlì, nel quartiere Romini, uno dei più colpiti dalle innondazioni. Il fiume Montone si trova a pochi metri dalla loro casa: “Abbiamo avuto 4 metri di acqua e fango. Abbiamo dovuto buttare via tutto, non abbiamo salvato nulla” spiega Alessandra Vitali

La loro casa è ancora come un anno e mezzo fa. La famiglia ha speso tutto per rimettere in sesto il chiosco di piadina, poco distante. Il preventivo solo per rimuovere il fango è di 60mila euro: “Adesso si parla di 6mila euro di rimborsi per i beni mobili da cui dobbiamo decurtare i 5mila euro che ci sono stati dati dal Cis. La trovo una cosa ridicola”

“E’ un ristoro assolutamente inadeguato – aggiunge la portavoce del Comitato unitario vittime del fango Alessandra Bucchi – soprattutto a fronte di casi come questi in cui le persone hanno perso tutto quello che avevano nella loro casa”

Un grave situazione di difficoltà per i cittadini le cui case sono state allagate, che si aggiunge a quella  manifestata pochi giorni fa dagli agricoltori, con rimborsi che in alcuni casi erano di poche decine di euro, se non del tutto assenti. E’ il motivo per cui da più parti si pensa di unire le forze per una azione di protesta collettiva: “Speravamo che la nostra voce venisse ascoltata. Adesso ci stiamo confrontando tra di noi e stiamo valutando cosa fare – conclude Bucchi - Sicuramente non staremo muti e silenti”




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