10 OTTOBRE 2025

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10 OTTOBRE 2025 - 11:53


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BOLOGNA: Movimento Garisenda, gli esperti, “da trattare con massima cautela” | VIDEO

Resta alta l’attenzione sulla Garisenda di Bologna dopo alcuni movimenti della torre: un nuovo scenario che potrebbe far allungare i tempi dei lavori di ristrutturazione e di messa in sicurezza della struttura.

Torna a muoversi la Torre Garisenda di Bologna. Dopo i lavori di manutenzione iniziati nell’autunno del 2023 e tuttora in corso, con un lavoro di monitoraggio costante h24, nelle ultime settimane una nuova torsione ha interessato la struttura; un movimento anomalo che si sarebbe verificato probabilmente in seguito alle prime attività di cantiere attorno al monumento.

Una rotazione inaspettata e più marcata verso via Zamboni, legata, secondo gli esperti alle prime operazioni di scavo e alla rimozione dei basoli che circondano la torre: un’azione che avrebbe modificato gli equilibri del terreno, generando un leggero ma significativo assestamento delle fondazioni.

Un movimento positivo e di ringiovanimento, ma da trattare con la massima cautela per gli esperti. Una nuova dinamica che potrebbe comportare ulteriori azioni preventive e correttive, rispetto a quelle già previste a livello progettuale, con un nuovo cronoprogramma che rifletta le nuove esigenze emerse dal monitoraggio della torre.

Cronoprogramma già presentato dalla delegazione di tecnici del Comune e del gruppo di esperti per la messa in sicurezza della Garisenda in un incontro al Ministero della Cultura. A rischio l’utilizzo dei fondi del Pnrr che, essendo caratterizzati da una scadenza temporale prevista entro il 2026, potrebbero non rientrare in questa nuova visione dei lavori, con il Comune che ha promesso che “farà ovviamente fronte agli investimenti ulteriori necessari” anche con una riduzione dei fondi o la loro sostituzione con altre risorse .

Se possiamo usare i cinque milioni del Pnrr, in parte o tutti, lo faremo – le parole del Sindaco Matteo Lepore intervistato sulla questione-. Se dovremo sostituirli con altri fondi del ministero, bene” ma “non sarà un problema l'uno o i due milioni” che il Comune dovrà mettere: “Abbiamo raccolto 20 milioni - ha concluso Lepore - ci bastano per l'intervento che dobbiamo fare”.




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FORLÌ: Ai Musei San Domenico inaugura la sala dei “Grandi Donatori” e riapre la Collezione Verzocchi | VIDEO

Oltre 140 fra sculture e dipinti realizzati da prestigiosi artisti italiani e una nuova ala dedicata ai “Grandi Donatori”. Per l’assegnazione del titolo di Capitale della Cultura 2028 Forlì punta sempre di più sui Musei San Domenico. Alla presenza della giunta comunale, degli allestitori e di tanti appassionati di arte e cultura forlivesi sono stati inaugurati una nuova sala che conterrà 48 opere appartenute a divesi donatori ed è stara riaperta al pubblico la Collezione Verzocchi.  L’ennesima dimostrazione della forte vocazione artistica della città e un ulteriore passo verso la consolidazione della candidatura a Capitale Italiana della Cultura 2028. Sono questi i segnali lanciati dal Comune di Forlì attraverso l’inaugurazione di una nuova sezione dei Musei di San Domenico dedicata ai “Grandi Donatori” e alla temporanea riapertura al pubblico della Collezione Verzocchi. Per un totale di oltre 190 opere fra dipinti, ritratti e sculture di straordinaria fattezza. 48 quelle che adornano la sala dei “Grandi Donatori”; 146 quelle appartenute e commissionate a 70 artisti italiani da Giuseppe Verzocchi, mecenate nato a fine Ottocento in una famiglia di origine forlivese. Preceduto da un nuova conferenza della rassegna “Un dipinto al mese” centrata sullo scultore italiano di inizio Novecento Adolfo Wildt nella ex Chiesa di San Giacomo, il taglio del nastro da parte del sindaco Gian Luca Zattini si è tenuto davanti una nutrita cornice di appassionati avvolti da un’esplosione di luci e colori. “Un atto di profondo senso civico” è ciò che rappresenta – a detta del primo cittadino di Forlì - la sezione “Grandi Donatori”. Un’area dei Musei cittadini fino ad oggi inutilizzata che – soprattutto per l’elevato tenore estetico dei capolavori che ospiterà – vuole celebrare la generosità di cittadini, famiglie e collezionisti che hanno donato opere di prestigio di loro proprietà al patrimonio pubblico “abdicando al valore economico, ma soprattutto affettivo” – ha sottolineato Zattini. Due novità che rinnovano e arricchiscono il patrimonio storico-artistico della città e che, nei piani dell’amministrazione, si innestano nel già avviato programma che porterà Forlì e Cesena a competere per l’assegnazione del titolo di Capitale della Cultura italiana 2028.