10 APRILE 2025

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10 APRILE 2025 - 14:09


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EMILIA-ROMAGNA: Dazi Usa, imprese strutturate quelle più a rischio | VIDEO

Nell’attesa di capire quale strada prenderà il problema legato ai dazi americani, Unioncamere Emilia Romagna ha presentato uno studio sui possibili impatti, delineando uno scenario difficile per le imprese più strutturate.

Preoccupazione per le imprese della regione sulla questione dazi da parte del presidente americano Trump. Nell’attesa dell’evolversi della situazione, Unioncamere Emilia Romagna ha fatto il punto sul possibile impatto di queste misure sulle aziende: una situazione che preoccupa, soprattutto per le oltre 1200 imprese di grandi dimensioni, con 150mila addetti ai lavori e che rappresentano il 90% dell’export regionale verso gli Stati Uniti. La soluzione, secondo Unioncamere, resta quella di aumentare la competività delle aziende e prevedere forme di garanzia statale per i finanziamenti bancari, come è stato fatto durante la pandemia.

Valerio Veronesi, presidente di Unioncamere Emilia-Romagna:   

«Unioncamere ha voluto fornire una fotografia su dove potrebbero atterrare i dazi degli Stati Uniti nell’economia reale della nostra regione. Siamo dentro un cambiamento epocale. Davanti allo scontro diretto fra potenze che costruiscono muri doganali l’economia reale non può essere lasciata a guardare. L’unica possibile difesa è consentire alle imprese di aumentare la loro competitività internazionale: sono gli imprenditori che affrontano una situazione così incerta e complessa. Per questo riteniamo ineludibile:  1) rilanciare immediatamente le misure del “4.0” per liberare gli investimenti in innovazione; 2) contemporaneamente prevedere forme di garanzia statale per i finanziamenti bancari come è stato fatto durante il periodo della pandemia. Le nostre aziende devono avere la stessa possibilità di investire di quelle tedesche, per fare un esempio.  In parallelo dobbiamo creare ogni azione possibile per attirare in Emilia-Romagna quei cervelli che in questi giorni vengono licenziati e privati dei finanziamenti necessari per loro ricerche. L’Emilia-Romagna con la sua rete di eccellenza fra imprese, università e tecnopoli e la sua qualità della vita può essere il magnete di attrazione di competenze che ora vengono espulse altrove».

Guido Caselli, Vice segretario di Unioncamere Emilia-Romagna e curatore dello studio: «Le 1.256 imprese assommano il 90% dell’export emiliano-romagnolo verso gli Stati Uniti, contribuiscono per la metà al totale delle esportazioni regionali nel mondo, danno lavoro a oltre 105mila persone, realizzano 50 miliardi di euro di fatturato. E non è tutto. Per capire davvero quanto possa essere profondo l’impatto dei dazi bisognerebbe guardare anche a tutte le imprese che ruotano attorno a queste realtà – i fornitori, i subfornitori, i partner di filiera – e non dimenticare le oltre 2.000 aziende emiliano-romagnole che importano dagli Stati Uniti, anch’esse potenzialmente esposte alle conseguenze di nuove barriere commerciali».




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BOLOGNA: Firmato protocollo candidatura della Via Francigena Italiana a Patrimonio Unesco

Firmato oggi a Venezia, al Campo San Polo, nell’ambito del Festival delle Regioni, il Protocollo d’Intesa tra il Ministero della Cultura e le Regioni attraversate dalla Via Francigena italiana per sostenere la candidatura del celebre cammino alla Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO. Un passo importante nel percorso avviato nel 2017, che vede la Regione Toscana come capofila e la partecipazione attiva dell’Emilia-Romagna, insieme a Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta. Alla cerimonia erano presenti il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, e gli assessori delle Regioni coinvolte, tra cui l’assessora al Turismo della Regione Emilia-Romagna, Roberta Frisoni. “La nostra Regione è in prima fila- ha dichiarato Frisoni- per promuovere al meglio uno dei cammini storici e religiosi più importanti d’Italia, che si inserisce in una strategia complessiva di valorizzazione del nostro patrimonio artistico, culturale e paesaggistico legato ai cammini di pellegrinaggio”. Nel tratto emiliano-romagnolo, la Via Francigena attraversa territori di straordinaria ricchezza: dalle pievi romaniche del Piacentino agli antichi monasteri cistercensi e alle grandi cattedrali, come il Duomo di Fidenza. Un percorso suggestivo, tra natura e spiritualità, che ha accompagnato per secoli i pellegrini verso Roma. Oggi, questo itinerario – riconosciuto dal 1994 come Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa – punta al massimo riconoscimento internazionale. “L’obiettivo- ha aggiunto Frisoni- è valorizzare la Via Francigena come grande asse culturale europeo, capace di unire popoli, religioni e territori. E il riconoscimento UNESCO rappresenterebbe un salto di qualità fondamentale, con importanti ricadute in termini di visibilità internazionale, sviluppo locale, turismo sostenibile e tutela del patrimonio”. L’assessora ha sottolineato come la candidatura si inserisca perfettamente nel lavoro portato avanti dall’Emilia-Romagna per promuovere i cammini e le vie di pellegrinaggio: “Abbiamo aderito con convinzione all’iniziativa, che si integra con un’offerta regionale di 21 cammini interregionali, immersi in paesaggi di rara bellezza, tra borghi, castelli e luoghi di fede. Un turismo rispettoso dell’ambiente che intercetta anche la crescente domanda sia dei turisti italiani che di quelli internazionali di percorsi e attività all’aria aperta, che permette di riscoprire il territorio a piedi o in bici assaporando anche le eccellenze enogastronomiche dei nostri territori”. Il Protocollo rinnovato oggi rappresenta un ulteriore passo verso la presentazione ufficiale della candidatura. Dopo la prima firma nel 2017 e il rinnovo nel 2019 con l’ingresso del Ministero della Cultura, il progetto è stato ampliato per coinvolgere l’intero tracciato europeo della Via Francigena, da Canterbury a Roma. Per gestire il processo e redigere il Dossier di candidatura, la Regione Toscana ha ricevuto un finanziamento ministeriale di 1,1 milioni di euro. Ora l’obiettivo è concludere entro il 2025 il Preliminary Assessment, la valutazione preliminare, necessaria affinché lo Stato possa selezionare la candidatura italiana ufficiale da presentare all’UNESCO per il 2026. La Regione Toscana ha anticipato che il Dossier sarà concluso a giugno.