Prosegue il presidio degli operai della Sofalegname di Forlì, licenziati in tronco dopo che l’azienda ha esaurito il contratto di subappalto per la produzione di divani. Ieri c’è stato un violento scontro con le forze dell’ordine.
È finito con tre lavoratori feriti e portati in ospedale lo sgombero attuato lunedì dalle forze dell’ordine davanti ai cancelli della ditta Gruppo 8 di Forlì, dove gli operai avevano allestito un presidio bloccando i camion che trasportano le merci.
La protesta è iniziata lo scorso 3 luglio, assieme ai rappresentanti del sindacato Sudd Cobas, dopo che i 40 dipendenti della Sofalegname — azienda che produce mobili in subappalto per Gruppo 8 — hanno appreso della chiusura dello stabilimento. «Abbiamo iniziato quando l’azienda ci ha comunicato che lo stabilimento sarebbe stato smantellato, e ci siamo accorti che dieci container erano già usciti da Gruppo 8, mentre altri dieci erano pronti a partire», spiega Sarah Caudiero di Sudd Cobas.
Gli operai, quasi tutti di origine pakistana, sono gli stessi che lo scorso inverno avevano denunciato le dure condizioni di lavoro: costretti a dormire in fabbrica senza riscaldamento. Dopo quelle denunce, si era arrivati a un accordo che prevedeva un alloggio per tutti e un contratto a tempo indeterminato. Ma tutto è stato cancellato dalla decisione dell’azienda di chiudere. «È una situazione intollerabile: multinazionali che vengono in Italia per vantarsi del Made in Italy, ma cercano condizioni lavorative da Paesi senza tutele. E quando devono rispettare le regole, decidono di andarsene», prosegue Caudiero.
Gruppo 8, da parte sua, declina ogni responsabilità, sottolineando — tramite l’avvocato Massimiliano Pompignoli — che i lavoratori sono dipendenti di un’altra ditta, la Sofalegname, e che il sindacato starebbe di fatto tenendo in ostaggio l’azienda, causando un grave danno economico. «Abbiamo promosso degli incontri, ma non sono emersi margini di trattativa», aggiunge Pompignoli.
La protesta, dunque, continua: «Proseguiamo con lo sciopero ad oltranza e continuiamo a chiedere a Gruppo 8 di sedersi a un tavolo per trovare una soluzione a questa vertenza, che non può essere risolta con gli interventi violenti della polizia», conclude Sarah Caudiero.