21 GIUGNO 2025

10:46

NOTIZIA DI ATTUALITÀ

DI

560 visualizzazioni


21 GIUGNO 2025 - 10:46


NOTIZIA DI ATTUALITÀ

DI

560 visualizzazioni



CESENA: San Giovanni entra nel vivo, 5 giorni di Fiera | VIDEO

È tornata la festa più amata dai cesenati: San Giovanni, il patrono della città, accende il centro storico dal 20 al 24 giugno con una celebrazione che unisce tradizione, cultura e grande partecipazione popolare. Un appuntamento irrinunciabile che da decenni anima le vie del cuore cittadino, trasformando Cesena in un grande palcoscenico all’aperto.

Siamo stati al taglio del nastro insieme all’amministrazione comunale e agli organizzatori della fiera, per scoprire tutte le novità dell’edizione 2025. La prima grande notizia? Un giorno in più di festa: il programma si estende per l’intero fine settimana e prosegue fino a martedì 24 giugno, data clou della ricorrenza religiosa e civile.

Confermati i suggestivi Giardini di Serravalle, che restano uno degli epicentri della manifestazione, ma è l’intero centro cittadino a trasformarsi. Tornano le bancarelle anche nelle vie più strette – quelle che negli ultimi anni erano state escluse per motivi logistici – riportando la fiera storica al suo volto più autentico.

«Volevamo dare nuova vitalità anche alle vie laterali», spiegano dall’organizzazione. «Quelle che chiamiamo le vertebre della nostra “colonna centrale”, la grande arteria che attraversa Cesena da parte a parte. Ogni spazio è stato coinvolto: piazze, strade, angoli nascosti. Ovunque c’è qualcosa da vedere, ascoltare, gustare».

Il clima è quello estivo, caldo e accogliente, proprio come vuole la tradizione di San Giovanni: una festa che segna l’inizio della bella stagione e che richiama migliaia di visitatori da tutta la Romagna e oltre. Non solo spettacoli, ma anche laboratori, mostre, street food, artigianato e iniziative per tutte le età.

«Abbiamo lavorato tanto», sottolineano gli organizzatori, «per restituire a questa festa il ruolo centrale che merita, come evento identitario della città. Invitiamo tutti a venire a vivere queste giornate meravigliose. San Giovanni è la vera festa dell’estate».




ALTRE NOTIZIE DI ATTUALITÀ

FORLÌ: Presidio in fabbrica, scontri con la Polizia, “Andiamo avanti” | VIDEO

Prosegue il presidio degli operai della Sofalegname di Forlì, licenziati in tronco dopo che l’azienda ha esaurito il contratto di subappalto per la produzione di divani. Ieri c’è stato un violento scontro con le forze dell’ordine. È finito con tre lavoratori feriti e portati in ospedale lo sgombero attuato lunedì dalle forze dell’ordine davanti ai cancelli della ditta Gruppo 8 di Forlì, dove gli operai avevano allestito un presidio bloccando i camion che trasportano le merci. La protesta è iniziata lo scorso 3 luglio, assieme ai rappresentanti del sindacato Sudd Cobas, dopo che i 40 dipendenti della Sofalegname — azienda che produce mobili in subappalto per Gruppo 8 — hanno appreso della chiusura dello stabilimento. «Abbiamo iniziato quando l’azienda ci ha comunicato che lo stabilimento sarebbe stato smantellato, e ci siamo accorti che dieci container erano già usciti da Gruppo 8, mentre altri dieci erano pronti a partire», spiega Sarah Caudiero di Sudd Cobas. Gli operai, quasi tutti di origine pakistana, sono gli stessi che lo scorso inverno avevano denunciato le dure condizioni di lavoro: costretti a dormire in fabbrica senza riscaldamento. Dopo quelle denunce, si era arrivati a un accordo che prevedeva un alloggio per tutti e un contratto a tempo indeterminato. Ma tutto è stato cancellato dalla decisione dell’azienda di chiudere. «È una situazione intollerabile: multinazionali che vengono in Italia per vantarsi del Made in Italy, ma cercano condizioni lavorative da Paesi senza tutele. E quando devono rispettare le regole, decidono di andarsene», prosegue Caudiero. Gruppo 8, da parte sua, declina ogni responsabilità, sottolineando — tramite l’avvocato Massimiliano Pompignoli — che i lavoratori sono dipendenti di un’altra ditta, la Sofalegname, e che il sindacato starebbe di fatto tenendo in ostaggio l’azienda, causando un grave danno economico. «Abbiamo promosso degli incontri, ma non sono emersi margini di trattativa», aggiunge Pompignoli. La protesta, dunque, continua: «Proseguiamo con lo sciopero ad oltranza e continuiamo a chiedere a Gruppo 8 di sedersi a un tavolo per trovare una soluzione a questa vertenza, che non può essere risolta con gli interventi violenti della polizia», conclude Sarah Caudiero.