30 OTTOBRE 2024

18:11

NOTIZIA DI CRONACA

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30 OTTOBRE 2024 - 18:11


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RIMINI: 17enne accoltellato dopo una lite sui social, 5 giovanissimi a processo

Tentato omicidio aggravato dal numero di persone presenti e dai futili motivi, l'ipotesi per cui cinque ragazzi, quattro minorenni e un maggiorenne, tutti italiani tranne un 16enne di origine romena, sono stati indagati dalla Procura dei minori di Bologna e quella di Rimini. Il caso è quella di una lite tra giovanissimi in centro storico a Rimini, tra il 16 e il 17 marzo 2024 scoppiata per banali motivi legati ad un commento sui social. L'indagine, della squadra mobile coordinata dal sostituto procuratore Paola Bonetti, è arrivata alla fine, con la notifica agli indagati dell'avviso di fine indagine, cioè la chiusura del fascicolo, che solitamente precede una richiesta di rinvio a giudizio. Anche la parte offesa è un minorenne, un ragazzo di 17 anni accoltellato all'addome e alla schiena. Durante le indagini, la perizia disposta dalla pubblica accusa avrebbe rappresentato che in quella zona del corpo dove il ragazzo era stato ferito con due coltellate, benché non attinti, vi siano organi potenzialmente vitali, per cui l'ipotesi di accusa non poteva limitarsi a lesioni gravissime ma doveva necessariamente passare a quella ben più grave di tentato omicidio. Il 16enne, presunto accoltellatore è difeso dall'avvocato Cristian Brighi del foro di Rimini.




ALTRE NOTIZIE DI CRONACA

BOLOGNA: Confermato l’ergastolo per Daniele Severi

La Corte d’Assise d’Appello di Bologna ha confermato l’ergastolo per Daniele Severi, fratello di Franco Severi, trovato decapitato il 21 giugno 2022 nella sua casa di campagna a Seggio di Civitella, già condannato in primo grado lo scorso maggio dal tribunale di Forlì. Dopo oltre 13 ore complessive di dibattimento, la decisione è arrivata nel tardo pomeriggio, al termine della camera di consiglio presieduta dal giudice Domenico Stigliano. Il caso era stato al centro di venti udienze intense, con decine di testimoni e periti. L’accusa, sostenuta dalla pg Rossella Poggioli, ha ribadito la responsabilità dell’imputato, basandosi principalmente su due prove: un paio di scarpe con tracce ematiche fresche e dei guanti insanguinati trovati nella sua auto. La difesa, rappresentata dagli avvocati Marco Martines e Maria Antonietta Corsetti, ha chiesto l’assoluzione, contestando la validità e la datazione del sangue rilevato. Corsetti ha sottolineato che le prove scientifiche sono state travisate e che i guanti, sebbene contaminati dal sangue della vittima, non contenevano tracce di DNA dell’imputato, ma di un soggetto terzo. Inoltre, ha evidenziato la mancanza di impronte, tracce ematiche e segni di effrazione sulla scena del crimine. Non è stata trovata l’arma del delitto, né la testa della vittima, elementi che rendono ignota la dinamica esatta dell’omicidio. Ora per Daniele Severi si apre la possibilità di ricorrere in Cassazione. La sentenza non è ancora definitiva.