EMILIA-ROMAGNA: Alluvione, pronto piano speciale preliminare per dissesto idrogeologico | VIDEO
Maggiore spazio ai fiumi, indirizzi normativi per rendere più sicuri i corsi d'acqua e stop all'aumento di carico urbanistico nelle zone a rischio frane o allagamenti: sono i principali punti contenuti nel Piano speciale preliminare per il dissesto idrogeologico, presentato dalla Regione e dall'Autorità distrettuale del Po, nell'ambito del gruppo di lavoro a supporto della struttura commissariale per la ricostruzione post alluvione del maggio 2023
Dare più spazio ai fiumi, potenziando il contenimento delle piene a monte e arretrando le attuali arginature, elaborare e attuare strategie innovative per i fenomeni di dissesto dei versanti ed impedire l'aumento del carico urbanistico nelle zone extraurbane a rischio frana o allagamenti. Sono i principali contenuti del Piano speciale preliminare redatto dall'Autorità di Bacino del Fiume Po insieme alla Regione Emilia-Romagna, nell'ambito del gruppo di lavoro presieduto dalla struttura di supporto al commissario straordinario post alluvione di oramai quasi un anno fa, relativo agli interventi riguardo le situazioni di dissesto idrogeologico. Si tratta del primo di cinque piani speciali previsti dal decreto del maggio 2023, già adottato qualche giorno fa dalla cabina di coordinamento e presentato poi in giunta regionale. Contiene anche gli indirizzi di pianificazione e sarà aggiornato e completato il prossimo giugno, quando vedrà la luce il piano definitivo comprendente anche l'elenco delle opere e degli interventi strutturali e non. “Questo evento ha dimostrato che in epoca di cambiamento climatico certi sistemi difensivi realizzato nel passato non sono più adeguati a difenderci da eventi del genere -spiega il dirigente dell'Autorità di bacino, Andrea Colombo-. È quindi opportuno definire delle strategie maggiormente innovative che consentano di minimizzare il danno complessivo”. Tra gli indirizzi individuati anche la gestione della vegetazione e degli animali fossori, il completamento delle casse di espansione e la delocalizzazione di beni ed edifici in aree a rischio. Il generale Giancarlo Gambardella, della struttura commissariale, spiega: “Il piano ha l'obiettivo di evitare che accadano nuovamente fatti come quelli che hanno portato immensi danni a questi territori. Vuole perciò far sì che si applichi una politica di prevenzione e non di ristoro dei danni nel futuro”.
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