22 MAGGIO 2024

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NOTIZIA DI CRONACA

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22 MAGGIO 2024 - 20:30


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BOLOGNA: Strage stazione, Procura chiede conferma pena per Bellini, Segatel e Catracchia

E' alle battute finali il processo davanti alla Corte d'Assise d'Appello di Bologna che vede sul banco degli imputati per concorso nella strage del 2 agosto 1980 alla stazione l'ex di avanguardia Nazionale Paolo Bellini, Piergiorgio, Segatel e Domenico Catracchia. Il procuratore generale di Bologna, Nicola Proto, ha chiesto la conferma delle condanne in primo grado: l'ergastolo per Bellini, sei anni per depistaggio per l'ex capitano dei carabinieri Piergiorgio Segatel e quattro anni per Domenico Catracchia per false informazioni al pubblico ministero. Bellini ha annunciato in collegamento dal carcere di Spoleto che, alla prossima udienza, farà delle brevi dichiarazioni a seguito degli ultimi sviluppi delle indagini sulle stragi mafiose del 1993 per le quali appena è stato iscritto nel registro degli indagati il generale Mario Mori.  "Paolo Bellini - spiega Andrea Speranzoni, avvocato delle parti civili -, viene filmato al primo binario con un ruolo attivo, non vediamo un uomo che passa, vediamo un uomo che si sta coordinando con altre persone. Parla con qualche persona che non viene ripresa ma che è alla sua sinistra nel filmato e, mentre si allontana, con lui c'è un altro soggetto che segue la stessa direzione appena si incrocia". "Vediamo un Paolo Bellini - sottolinea -, non che transita come un occasionale passeggero sul primo binario. Questo elemento assieme a tutti gli altri, cioè l'appartenenza al gruppo neofascista Avanguardia Nazionale e il fatto che abbia un alibi precostituito e falso, e alla rete di rapporti con uomini di Avanguardia Nazionale e di Ordine Nuovo, fra cui Gilberto Cavallini, sono l'impianto che noi stiamo corroborando e rinsaldando in questa nostra discussione".




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RIMINI: Caso Pierina, Luis Dassilva interrogato per sei ore

Ha risposto a tutte le domande del giudice Vinicio Cantarini e ha negato tutte le circostanze raccontate da Manuela Bianchi, Louis Dassilva, il senegalese di 35 anni assistito dai legali Riario Fabbri e Andrea Guidi. L'interrogatorio, al quale ha assistito anche il pm Daniele Paci, è durato poco meno di 6 ore e si è svolto nel carcere di Rimini. Al momento la lunga indagine sull'omicidio di Pierina Paganelli, avvenuto il 3 ottobre del 2023, vede due persone indagate: Dassilva, per omicidio, e la nuora di Pierina, Manuela Bianchi, legata da una relazione al senegalese, per favoreggiamento. Bianchi, difesa dall'avvocata Nunzia Barzan e dal consulente Davide Barzan, il 4 marzo scorso è stata interrogata dal pm Paci: nel corso dell'interrogatorio avrebbe detto di aver visto Dassilva la mattina del ritrovamento del cadavere della suocera in garage. Dassilva le avrebbe quindi detto di non parlare, che c'era il cadavere di una donna e di dare l'allarme chiamando per primo il vicino. Bianchi ha detto di aver capito che l'assassino era Dassilva. Venerdì scorso si è tenuto invece un incidente probatorio sulle prove scientifiche che, secondo i legali del senegalese, scagionano Dassilva tanto che al termine dell'udienza Fabbri e Guidi ne hanno chiesto la scarcerazione. Il gip quindi ha deciso di interrogare Dassilva in carcere e al termine di 5 giorni dovrà decidere se scarcerarlo o meno. Ma il termine non è perentorio. Sull'interrogatorio della nuora i difensori di Dassilva hanno presentato osservazioni scritte che rileverebbero tutte le incongruenze. Intanto la Procura va avanti "un pezzo alla volta" in un rebus che si ricompone. Il pm Paci ha chiesto un incidente probatorio per interrogare nuovamente la Bianchi e cristallizzare le sue dichiarazioni su Dassilva. I difensori del senegalese si sono opposti, ma spetterà al giudice Cantarini decidere. In quel caso le accuse delle nuora contro Dassilva diventerebbero atti acquisiti e non più confutabili del processo.