18 GIUGNO 2024

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NOTIZIA DI CRONACA

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18 GIUGNO 2024 - 12:29


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BOLOGNA: Processo Amato, psicologa, "lei non voleva più le tisane"

Dopo aver scoperto, grazie alle analisi del sangue, tracce di benzodiazepine superiori alle dosi della terapia che seguiva, Isabella Linsalata "non voleva più" le tisane che le preparava il marito Giampolo Amato, l'oculista accusato di aver ucciso la moglie dalla quale si stava separando e la suocera Giulia Tateo con un cocktail di farmaci. Lo ha detto in aula la sua psicoterapeuta, Patrizia Brunori, che ha testimoniato al processo a carico di Amato, imputato per l'omicidio delle due donne davanti al Tribunale di Bologna. La psicologa ha ripercorso tutti i passaggi della terapia di Isabella Linsalata, che si era rivolta a lei nel 2018 "per affrontare una crisi coniugale che stava iniziando e che la preoccupava molto", dovuta ad una relazione del marito. La terapia è proseguita "fino alla morte di Isabella Linsalata", che aveva una seduta fissata per il giorno successivo al suo decesso. "La signora disse che aveva il sospetto che il marito, che le preparava ogni tanto delle tisane, le somministrasse di nascosto delle benzodiazepine", ha spiegato la psicoterapeuta. Una volta che il sospetto, condiviso anche con le amiche e la sorella, era diventato più concreto, dopo una serie di accertamenti svolti nel febbraio 2019, "di quelle tisane non ne voleva più".




ALTRE NOTIZIE DI CRONACA

FORLÌ: Tenta di uccidere la moglie col martello, condannato a 14 anni

Un 55enne di origine albanese è stato condannato a Forlì, in abbreviato, a 14 anni reclusione poiché accusato di tentato omicidio e maltrattamenti nei confronti della moglie. L’uomo è stato inoltre condannato al risarcimento del danno subito dalle parti civili quantificate in complessivi 32.562,20 euro. I fatti risalgono al pomeriggio del 25 aprile 2024 quando l’uomo, anche utilizzando un martello, aveva violentemente colpito la moglie che era comunque riuscita a chiedere aiuto ed era poi stata soccorsa, e trasportata d’urgenza, all’ospedale Bufalini di Cesena. Il 55enne, immediatamente datosi alla fuga prima dell’arrivo dei soccorsi, a seguito di accertamenti coordinati dalla Procura della Repubblica di Forlì e condotti dai Carabinieri di Cesenatico, è stato poi colpito dal provvedimento di fermo di indiziato di delitto emesso dalla Procura forlivese. Grazie a serrate ricerche, lo straniero è stato localizzato in provincia di Milano dove, secondo gli inquirenti, era pronto per fuggire all’estero e sottrarsi alla cattura. La sera del 19 maggio 2024 è stato rintracciato nel comune di Garbagnate Milanese e bloccato dai militari, che lo hanno così condotto presso il carcere di Milano San Vittore. All’esito della sentenza l’uomo, detenuto dal giorno del suo fermo - avvenuto il 19 maggio 2024 - ed accompagnato dal personale di scorta all’udienza tenuta presso il Tribunale di Forlì, è stato ricondotto presso il carcere di Bologna dove sconterà la pena.