11 AGOSTO 2024

09:51

NOTIZIA DI CRONACA

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11 AGOSTO 2024 - 09:51


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RAVENNA: Incendio in via Aniene, presunta morte per asfissia

La morte di Simone Bonini, 49 anni, è stata attribuita ad asfissia da fumo, secondo i primi risultati dell'autopsia. Bonini è stato trovato privo di sensi dai vigili del fuoco intorno alle 7:30 del mattino, appena fuori dalla camera da letto del suo appartamento in via Aniene, dove è scoppiato un incendio giovedì mattina. Come riportato oggi sul Resto del Carlino si presume che l’uomo abbia tentato di fuggire, ma sia stato sopraffatto dal fumo. L’incendio potrebbe essere iniziato nella camera da letto, dove il materiale combustibile presente ha rapidamente saturato l'intero appartamento.

Il pm Silvia Ziniti ha disposto il sequestro dell'appartamento e ha aperto un'inchiesta per ricostruire gli ultimi momenti di vita del defunto. Carabinieri e vigili del fuoco stanno conducendo verifiche e sopralluoghi. Tra i punti da chiarire c'è il motivo per cui Bonini si trovava in un appartamento che avrebbe dovuto essere vuoto e l'origine dell'incendio, che rimane incerta.




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RAVENNA: Si gettò dal nono piano con figlia e cane, al via processo in assise | FOTO

Davanti alla Corte d'Assise di Ravenna è partito in mattinata il processo per omicidio pluriaggravato a carico di Giulia Lavatura Truninger, la 41enne che la mattina dell'8 gennaio 2024 si era gettata dal nono piano del suo condominio di via Dradi a Ravenna portando con sé la figlia Wendy di sei anni e la cagnolina Jessy. La bimba e il cane - dopo un volo di circa 30 metri - erano morte sul colpo (il fascicolo per uccisione di animale è stato stralciato e seguirà altra via processuale). Mentre la 41enne si era salvata probabilmente grazie a reti e ponteggi che in quel periodo avvolgevano lo stabile. L'imputata, difesa dall'avvocato Massimo Ricci Maccarini, non era presente in aula. Non c'era nemmeno il marito, parte offesa che ha scelto di non costituirsi parte civile. In apertura del dibattimento, il Pm Stefano Stargiotti ha detto che c'è concordanza tra le parti sulla dinamica dell'accaduto annunciando l'acquisizione di tutti gli atti e lasciando al vicequestore Claudio Cagnini, al tempo dirigente della squadra Mobile ravennate, il compito di illustrare l'accaduto anche tramite foto proiettate sullo schermo in aula. Dalle indagini della polizia, era emerso che la donna era in cura al centro di salute mentale ma che aveva da alcune settimane deciso di interrompere la terapia farmacologica. La perizia psichiatrica disposta dal Tribunale, ha in fase preliminare accertato in sintesi che la 41enne è incapace di intendere e volere ed è socialmente pericolosa. Oggi si trova in una struttura protetta.