8 AGOSTO 2024

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8 AGOSTO 2024 - 09:25


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CESENA: Scontri prima della partita, 34 daspo per i tifosi del Padova

La Digos di Padova ha notificato 34 provvedimenti Daspo ad altrettanti ultras coinvolti negli incidenti tra tifoserie, il 4 agosto scorso, in occasione dell'incontro di calcio Cesena-Padova. Una cinquantina di tifosi del Padova, alcuni dei quali armati di aste e bottiglie di vetro hanno aggredito i tifosi cesenati scagliando loro contro bottiglie provocando la reazione dei romagnoli. Gli scontri sono stati sedati dall'intervento delle forze dell'ordine che hanno poi avviato le indagini per accertare i fatti e individuare i responsabili servendosi anche dei sistemi di videosorveglianza e delle immagini riprese dal personale della Polizia Scientifica. E' emerso che gli ultras padovani sono arrivati allo stadio di Cesena a bordo di sette minivan uscendo da un casello dell'autostrada alternativo a quello presidiato dalle forze dell'ordine, eludendo così i controlli e il servizio di scorta. La Digos di Forlì e Padova e il commissariato di Cesena hanno individuato i responsabili consentendo al questore di Forlì-Cesena, Claudio Mastromattei, di emettere i 34 provvedimenti Daspo. 




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BOLOGNA: Vigilessa uccisa, Riesame, "Gualandi è ancora pericoloso"

Non si può desumere dai colloqui psicologici e psichiatrici in carcere e dalla terapia farmacologica di 'compenso' con antidepressivi e ansiolitici che la pericolosità sociale specifica di Giampiero Gualandi sia venuta meno, così da poter essere contenuta in ambiente domestico familiare. Proprio in questo ambiente, per i giudici del Riesame di Bologna che hanno accolto l'appello della Procura contro gli arresti domiciliari, possono invece sempre insorgere conflittualità interpersonali e acuto stress. Lo spiega il tribunale nel motivare perché, dopo l'udienza del 27 dicembre, è stato disposto nuovamente il carcere (misura non esecutiva in attesa della Cassazione) per il 63enne ex comandante della polizia Locale di Anzola Emilia (Bologna) accusato dell'omicidio volontario aggravato della collega Sofia Stefani, 33 anni, con cui aveva una relazione. Sofia è stata uccisa il 16 maggio 2024 da un colpo partito dalla pistola di ordinanza di Gualandi nell'ufficio dell'uomo, al comando di Anzola. Il 17 febbraio inizia il processo davanti alla Corte di assise. L'imputato, difeso dall'avvocato Claudio Benenati, ha sostenuto che si è trattato di un incidente, uno sparo esploso per errore durante una colluttazione. La famiglia della vittima si costituirà parte civile, assistita dall'avvocato Andrea Speranzoni. I giudici, nell'analizzare la documentazione fornita della difesa sul quadro psicologico di Gualandi, osservano che l'essere seguito da qualche mese dal servizio psichiatrico pubblico non ha prodotto risultati di rilievo sotto l'aspetto dell'autocontrollo degli impulsi violenti: tant'è vero che il pomeriggio del 16 maggio ha sparato in viso alla persona con cui aveva una relazione extraconiugale. Quanto sostenuto dal Gip inoltre, e cioè che l'ambiente familiare non sarebbe in grado di generare situazioni di pressione emotiva e stress è sconfessato, osserva il Riesame, dalla tragica contabilità annuale di femminicidi in tale ambito. La collocazione coatta in un simile ambiente, concludono, potrebbe essere tutt'altro che 'sedativa' e tutt'altro che improduttiva di stress e pressione.