BOLOGNA. Beni di lusso per 2 milioni sequestrati a famiglia imprenditori
Fra i beni sequestrati dalle Fiamme Gialle di Bologna ci sono 117 borse di lusso, tra cui 26 Hermes, e 63 orologi di marchi come Patek Philippe, Rolex, Audemars Piguet, il cui valore sfiora i 2 milioni di euro. E non si tratta di merce contraffatta, ma di pezzi autentici, acquistati per 'ripulire' denaro frutto di evasione fiscale e poi utilizzati come strumenti di pagamento, non tracciabile, per reinvestire nel settore finanziario o immobiliare somme illecitamente accumulate. Nel 'tesoro' al centro di un provvedimento di sequestro preventivo d'urgenza da parte del Tribunale di Bologna ci sono anche due auto di lusso e sei appartamenti, cinque a Bologna e uno a Milano. Era un giro milionario quello smascherato dalla Guardia di Finanza di Bologna e gestito, per l'accusa, da tre imprenditori cinesi, tutti imparentati fra loro: fratello, sorella e un terzo familiare. Sono indagati per frode fiscale, autoriciclaggio e sottrazione fraudolenta del pagamento delle imposte. Il sistema truffaldino, che si avvaleva anche del contributo di professionisti bolognesi nella veste di consulenti fiscali, era quello delle partite iva 'apri e chiudi': in questo modo i tre avrebbero amministrato sette imprese fra Bologna e Firenze, specializzate nel confezionamento di capi di abbigliamento per conto di note società italiane dell'alta moda, senza versare imposte e contributi. Queste aziende operavano per brevi periodi (non più di due anni), per poi essere sostituite, senza soluzione di continuità, da altre imprese, sempre intestate a prestanome o persone irreperibili, anch'essi cinesi. I finanzieri hanno accertato che in questo modo tali imprese hanno realizzato, nel giro di qualche anno, profitti per circa 14 milioni di euro. Dopo avere incassato i pagamenti dalle varie griffes di alta moda che avevano commissionato i capi, abbattevano i ricavi (quindi il carico fiscale) utilizzando fatture per operazioni inesistenti. L'enorme liquidità veniva poi riciclata attraverso il sistematico acquisto, per oltre 9 milioni di euro, di beni di lusso, appunto orologi di alta gamma, borse e accessori, tutta merce non soggetta a tracciamento o obbligo antiriciclaggio quando ceduta tra privati. In un caso, è stato accertato come la vendita di 7 orologi (valore 263 mila euro) sia stata in parte utilizzata per l'acquisto di due appartamenti. Gli investigatori della Finanza spiegano come questi sistemi, in cui beni di lusso vengono usati di fatto come strumenti di pagamento per eludere il fisco, siano sempre più frequenti e costituiscono un fenomeno di vera criminalità economico-finanziaria, che danneggia gli imprenditori onesti.
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