BOLOGNA: Omicidio alla Barca, identificati gli aggressori
Sono stati identificati i presunti responsabili della morte di Bader Essefi, il giovane tunisino di 19 anni brutalmente aggredito alla Barca la sera del 25 aprile. Il ragazzo, lasciato esanime su un marciapiede di via Colombi, a pochi passi da piazza Giovanni XXIII, è deceduto in ospedale attorno alla mezzanotte, dopo un disperato tentativo di rianimazione da parte dei soccorritori del 118.
I carabinieri del Nucleo Investigativo hanno fermato due uomini, entrambi con precedenti penali: un italiano di 31 anni, originario del sud, e un tunisino di 29 anni. I due, che conoscevano Bader solo superficialmente, sono ora indagati per omicidio preterintenzionale, ma restano a piede libero. Domani è prevista l’autopsia che dovrebbe chiarire le cause esatte della morte del giovane, nell'ambito dell'inchiesta coordinata dal pm Andrea De Feis.
Bader Essefi viveva in Italia da cinque anni, arrivato come minore non accompagnato e seguito dai servizi sociali. Integrato e benvoluto nel quartiere, lavorava come aiuto cuoco al ristorante "Manicarettibo" di via Saragozza, i cui titolari lo ricordano con affetto: «Era un ragazzo solare, sempre pronto a sorridere. Stava risparmiando per il matrimonio della sorella previsto a giugno». In segno di lutto, il locale è rimasto chiuso nel weekend, lasciando un messaggio e un’orchidea bianca in via Colombi, nel luogo della tragedia.
Secondo le prime ricostruzioni, la violenza sarebbe scaturita da una lite avvenuta lungo il portico del "Treno", tra via Tommaseo e piazza Giovanni XXIII, mentre Bader si trovava con la fidanzata, una 15enne. Dopo un alterco ancora tutto da chiarire, il 19enne avrebbe cercato di fuggire, inseguito dai due aggressori che lo avrebbero raggiunto e picchiato ripetutamente, fino a lasciarlo a terra agonizzante. È stata proprio la ragazza a lanciare l’allarme chiamando i soccorsi.
Resta da accertare la causa scatenante della lite e se vi fossero rapporti pregressi tra i coinvolti. Gli inquirenti stanno analizzando anche i filmati delle telecamere di sorveglianza della zona, in particolare quelle poste davanti alla chiesa della Barca. Il quartiere, già segnato da recenti episodi di cronaca come la scomparsa di una donna precipitata da un balcone in via Tolstoj l’8 aprile scorso, cerca ora di reagire al dolore. "Nonostante tutto – dicono alcuni residenti – la Barca non si arrende".
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