EMILIA ROMAGNA: Diminuisce la produzione industriale, in calo anche export e fatturato | VIDEO
Sono stati presentati a Bologna i dati relativi all’andamento industriale delle imprese regionali. Dall’indagine, effettuata da Confindustria e Unioncamere dell’Emilia Romagna e Intesa San Paolo, emergono alcuni numeri in calo, complice uno scenario internazionale particolare
Diminuisce la produzione del -1,4% e il fatturato del -1,3%. Sono i dati relativi all’andamento delle imprese industriali emiliano romagnole nel periodo tra aprile e giugno del 2025. Restano stabili gli ordini, con quelli provenienti dall’estero aumentati dell’1%. Un periodo legato al complesso scenario geopolitico ed economico, con l’export che ha subìto un calo del 5% verso i paesi extra UE, complice la presenza dei dazi americani che hanno fatto registrare alcune perdite sul fatturato. Tengono i settori dei servizi e dell’edilizia come tiene l’occupazione, mentre l’industria manifatturiera fa registrare alcuni arretramenti, con le previsioni che parlano di una ripresa nei prossimi mesi.
Valerio Veronesi, presidente Unioncamere Emilia-Romagna: «Il quadro congiunturale che emerge mostra segnali di notevole resilienza che si scontrano con preoccupanti arretramenti. Dobbiamo però ricordare che solo pochi anni fa con il Covid il mondo sembrava sprofondare ma, ai primi segnali di ripresa, i nostri territori sono stati immediatamente pronti a partire. I nostri imprenditori sono veloci e flessibili. Se c'è una corsa da fare, corriamo per essere in testa. Ora il momento è cruciale per sostenere investimenti, formazione e semplificazione. Dobbiamo affrontare insieme l'incertezza e per farlo è necessaria meno ideologia e più economia reale».
«In questo quadro - dichiara Confindustria Emilia-Romagna - è fondamentale creare un clima di fiducia per far ripartire gli investimenti, che in questa fase sono favoriti dalla riduzione dei tassi di interesse nell'Eurozona e dalla progressiva attuazione del PNRR. Ora l'obiettivo primario deve essere rimettere l'industria al centro delle politiche regionali affrontando i segnali di debolezza per rilanciare la competitività del tessuto economico.
Per questo come Confindustria Emilia-Romagna riteniamo necessario rivitalizzare il Patto per il Lavoro, che deve tornare ad essere una sede operativa di indirizzo, verifica e co-progettazione delle politiche regionali. La semplificazione delle normative e procedure regionali è un importante fattore abilitante di competitività. Proponiamo, partendo dal Patto per la Semplificazione del 2021, di attuare provvedimenti specifici da realizzare in tempi precisi sul modello dei "Regolamenti omnibus" europei. La Regione ha avviato la definizione del nuovo Piano Energetico Regionale, che deve supportare e incentivare gli investimenti delle imprese per il processo di transizione verde. In questo ambito è possibile adottare soluzioni innovative come i crediti di sostenibilità, strumento che valorizzerebbe i benefici ambientali generati dalla gestione attiva e certificata del patrimonio boschivo dell'Emilia-Romagna.
In vista della scadenza del ciclo dei Fondi Strutturali nel 2027, non possiamo permetterci di rallentare il supporto alle imprese che la Regione ha dato sinora: occorrono maggiori risorse per la legge sull'attrattività, per i progetti di internazionalizzazione e la produzione di tecnologie digitali e verdi.
Guardando al futuro, l'indirizzo che sta emergendo per la nuova Politica di Coesione, ispirato a una gestione centralizzata, rischia di escludere le Regioni e i territori dalla programmazione delle risorse: è invece opportuno mantenere una governance multilivello per garantire la dimensione territoriale delle
Politiche di coesione, soprattutto per le PMI».
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