24 FEBBRAIO 2025

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24 FEBBRAIO 2025 - 17:46


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EMILIA-ROMAGNA: Aeroporti, verso una legge regionale, cosa prevede

La Regione Emilia-Romagna avvia un confronto per definire una strategia condivisa di sviluppo del sistema aeroportuale regionale. L'obiettivo, secondo l'ente, è raggiungere, nel medio-lungo periodo, 20 milioni di passeggeri, garantendo una crescita sostenibile e coordinata tra gli scali di Parma, Bologna, Forlì e Rimini. Questa mattina si è tenuto il primo incontro tra il presidente della Regione, Michele de Pascale, l’assessora alla Mobilità e Infrastrutture, Irene Priolo, e l’assessora al Turismo, Roberta Frisoni, insieme ai sindaci delle città sede di scalo – Matteo Lepore (Bologna), Michele Guerra (Parma), Jamil Sadegholvaad (Rimini) e Gian Luca Zattini (Forlì) – e ai rappresentanti delle quattro società di gestione aeroportuale. "Lavoriamo per un piano di crescita che rafforzi la competitività dei territori, garantendo uno sviluppo sostenibile ed equilibrato", ha dichiarato de Pascale. "Vogliamo costruire un modello di crescita integrato, in cui ogni scalo contribuisca allo sviluppo regionale. La legge sarà uno strumento fondamentale per garantire una pianificazione strategica di lungo periodo e un dialogo stabile tra istituzioni e gestori aeroportuali". L’incontro ha posto le basi per una legge regionale che regoli in maniera organica il sistema aeroportuale, promuovendo l’integrazione con le infrastrutture di mobilità e il potenziamento degli scali, nel rispetto degli obiettivi di sostenibilità del Green Deal. La Regione si propone di coordinare il settore, pur nel rispetto delle differenti gestioni e concessioni statali, per garantire un equilibrio tra sviluppo economico, tutela ambientale e coesione territoriale. "Il rafforzamento del sistema aeroportuale – concludono de Pascale, Priolo e Frisoni – deve andare di pari passo con una strategia turistica e industriale che valorizzi le specificità di ogni scalo, accrescendo la competitività dell’Emilia-Romagna nel panorama nazionale e internazionale". Attualmente in Emilia-Romagna i quattro scali hanno proprietà diverse: Bologna lavora al limite della saturazione, Rimini riporta numeri in costante ma seppur lenta crescita, mentre Forlì e Parma hanno seri problemi di sostenibilità economica.




ALTRE NOTIZIE DI ECONOMIA

BOLOGNA: La Perla e Menarini, futuro sempre più incerto | VIDEO

Continuano a preoccupare nel Bolognese due importanti crisi aziendali: la Perla e Menarini, coi lavoratori dell’unico produttore di autobus in Italia in sciopero e presidio il prossimo 23 aprile. Cgil e Uil attaccano invece la ministra Calderone per il mancato emendamento sulla proroga alla cassa integrazione per 50 lavoratrici de La Perla Nulla di fatto: dell’emendamento promesso al decreto legge sulla pubblica amministrazione in discussione in questi giorni in commissione alla Camera, che doveva garantire la possibilità di proroga della cassa integrazione straordinaria per 50 lavoratrici delle due aziende del gruppo La Perla in liquidazione, non c’è alcuna traccia. Lo fanno sapere le sindacaliste Stefania Pisani e Mariangela Occhiali, di Cgil e Uil, che in una nota congiunta attaccano: “Ricordiamo alla ministra Calderone che viviamo di concretezza, non di chiacchiere. Anche questa volta le promesse sono rimaste parole vuote” dicono, riferendosi alle rassicurazioni, disattese, ricevute in occasione dell’ultima protesta romana, proprio davanti al Ministero del Lavoro, lo scorso marzo. “Così facendo si è compromessa ogni possibilità di rilancio del gruppo” aggiungono, “le lavoratrici non meritano di essere prese in giro, la pazienza è finita”. Solidali con loro Città Metropolitana e Regione, con l’assessore al lavoro Giovanni Paglia che parla di “ferita al clima di collaborazione”. La Perla non è comunque l’unico fronte aperto nel Bolognese, anzi. Tra le diverse crisi aziendali della provincia, torna infatti a preoccupare la situazione di Menarini, unico produttore di autobus sul suolo nazionale ma con grandi incertezze sul futuro. "A 10 mesi dall'ingresso nella compagine societaria della nuova proprietà non c'è traccia del rilancio dello stabilimento di Bologna, con l'azienda che ha proceduto con alcuni licenziamenti unilaterali e due figure centrali nel progetto di rilancio, il direttore industriale e il responsabile della produzione sono scappati a gambe levate” riferiscono Cgil, Cisl e Uil, annunciando uno sciopero e un presidio il 23 aprile, quando è previsto un incontro fra le parti in Regione, per fare il punto sull’accordo della scorsa primavera che prevedeva percorsi di tutela per i lavoratori in esubero e un nuovo piano industriale. “L'unica cosa che avanza è il ricollocamento fuori dall'azienda" dicono infine i sindacati, denunciando il silenzio del Ministero delle Imprese e del partner cinese che dovrebbe rilevare il 25% del capitale.