27 MAGGIO 2025

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27 MAGGIO 2025 - 11:43


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ROMAGNA: Mario Riciputi è il presidente designato di Confindustria

Mario Riciputi è il nuovo presidente designato di Confindustria Romagna per il quadriennio 2025/2029. Ad indicarlo, il Consiglio generale dell’organizzazione. La designazione sarà sottoposta al voto della prossima assemblea generale delle imprese associate che si riunirà il 26 giugno per eleggere il successore di Roberto Bozzi. 

Cesenate, laureato in Economia e commercio, Riciputi è presidente e fondatore di Ayrion e presidente di Biosphere, gruppo operante nel settore delle bioenergie e biotecnologie. Membro del consiglio di amministrazione di Confindustria Emilia-Romagna Ricerca dal 2016, il manager siede dal 2021 nel consiglio direttivo di Confindustria Romagna.  

In passato ha avuto incarichi associativi, tra cui la guida della territoriale di Forlì-Cesena dal 2000 al 2004, mentre dal 2005 al 2011 è stato vicepresidente di Confindustria Emilia-Romagna con delega alla Ricerca e sviluppo, e componente della giunta nazionale dal 2017 al 2019. 




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Preoccupa l’annuncio di nuovi dazi fatto dal presidente Trump nel fine settimana. Vediamo quali conseguenze potrebbero avere le nuove tariffe sull’export dell’Emilia-Romagna. 10,5 miliardi di beni esportati nel 2024: è questo il volume d’affari tra Emilia-Romagna e Stati Uniti minacciato dall’ennesimo annuncio di Donald Trump sui dazi da imporre al commercio europeo. Fino a pochi giorni fa si parlava di un aumento del 10%, ora si è saliti al 30%, in una guerra commerciale che rischia di mettere in difficoltà molte aziende della nostra regione. In cima alla lista dei settori più esposti c’è l’automotive, che da solo vale quasi 2 miliardi di euro. Subito dietro, tutti quelli che tradizionalmente trainano la produzione regionale: meccanica, agroalimentare, farmaceutica e ceramica. Sono 5.788 le imprese che esportano oltreoceano; tra queste, ben 1.256 risultano vulnerabili, cioè dipendenti dal mercato americano per almeno il 5% del fatturato. A preoccupare non è solo il rischio economico diretto, ma anche l'effetto domino che potrebbe travolgere fornitori, subfornitori e occupazione. Il tutto mentre l’Unione Europea e il governo italiano sembrano ancora indecisi sul da farsi: attuare contromisure oppure cercare un accordo con un Trump sempre più imprevedibile. «L’Emilia-Romagna è una terra che vive di relazioni internazionali e ha costruito la propria forza sull’export e sull’innovazione», ha dichiarato il presidente Michele de Pascale. «Il Governo deve muoversi con decisione per difendere le nostre imprese. È il momento di dimostrare che il Made in Italy non si protegge con le parole, ma con azioni concrete nei tavoli europei e internazionali».