10 GIUGNO 2025

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NOTIZIA DI ECONOMIA

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10 GIUGNO 2025 - 09:44


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BOLOGNA: L'ex ceo di Expedia Kern nuovo proprietario di La Perla | VIDEO

È Peter Kern, ex vicepresidente e ceo di Expedia, il nuovo proprietario del marchio di lingerie di lusso La Perla. Lo rende noto Il Messaggero, citando fonti del Mimit. La notizia trova conferma in altre fonti vicine al dossier. Kern, che risiede in Italia con la moglie Kirsten, è chiamato anche Mister Brunello di Montalcino per gli investimenti nel vino. Il miliardario americano si è aggiudicato marchio e sito produttivo della società bolognese: il primo è di proprietà della società di diritto britannico La Perla Global Management Uk, in liquidazione giudiziale in Italia e in liquidazione nel Regno Unito, mentre il secondo è della bolognese La Perla Manufacturing in amministrazione straordinaria. I sindacati verranno informati oggi dal ministro delle Imprese Adolfo Urso dell'operazione, che salverà 210 dipendenti con un piano di rilancio che prevede 40 assunzioni. A quanto riporta Il Messaggero sarebbe stata proprio la moglie di Kern a suggerire al marito di comprare la società di Bologna.

Il prezzo per il sito produttivo si dovrebbe aggirare sui 25 milioni, rispetto ai 22 milioni di prezzo minimo. L'advisor è lo studio Trombone, che sta predisponendo un piano di rilancio del brand e valorizzazione del know how basato a Bologna. Nonostante alcuni concorrenti avessero presentato offerte più alte, riporta il quotidiano, Kern ha vinto dando garanzie di mantenere la base produttiva e sviluppo prodotti a Bologna. Il miliardario americano sarà il nuovo presidente de La Perla, mentre alla guida tornerà come ad, dopo alcuni anni, Paolo Vannucchi, già alla guida negli ultimi mesi della proprietà di Silvio Scaglia e all'inizio dell'epoca di Lars Windhorst.




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EMILIA-ROMAGNA: Dazi al 30%, il settore più a rischio è l’automotive | VIDEO

Preoccupa l’annuncio di nuovi dazi fatto dal presidente Trump nel fine settimana. Vediamo quali conseguenze potrebbero avere le nuove tariffe sull’export dell’Emilia-Romagna. 10,5 miliardi di beni esportati nel 2024: è questo il volume d’affari tra Emilia-Romagna e Stati Uniti minacciato dall’ennesimo annuncio di Donald Trump sui dazi da imporre al commercio europeo. Fino a pochi giorni fa si parlava di un aumento del 10%, ora si è saliti al 30%, in una guerra commerciale che rischia di mettere in difficoltà molte aziende della nostra regione. In cima alla lista dei settori più esposti c’è l’automotive, che da solo vale quasi 2 miliardi di euro. Subito dietro, tutti quelli che tradizionalmente trainano la produzione regionale: meccanica, agroalimentare, farmaceutica e ceramica. Sono 5.788 le imprese che esportano oltreoceano; tra queste, ben 1.256 risultano vulnerabili, cioè dipendenti dal mercato americano per almeno il 5% del fatturato. A preoccupare non è solo il rischio economico diretto, ma anche l'effetto domino che potrebbe travolgere fornitori, subfornitori e occupazione. Il tutto mentre l’Unione Europea e il governo italiano sembrano ancora indecisi sul da farsi: attuare contromisure oppure cercare un accordo con un Trump sempre più imprevedibile. «L’Emilia-Romagna è una terra che vive di relazioni internazionali e ha costruito la propria forza sull’export e sull’innovazione», ha dichiarato il presidente Michele de Pascale. «Il Governo deve muoversi con decisione per difendere le nostre imprese. È il momento di dimostrare che il Made in Italy non si protegge con le parole, ma con azioni concrete nei tavoli europei e internazionali».