10 OTTOBRE 2024

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10 OTTOBRE 2024 - 18:41


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EMILIA-ROMAGNA: Regionali, Serra, “Priorità al lavoro”

Tutela del lavoro e sanità pubblica sono tra i temi prioritari per Federico Serra, candidato alla presidenza dell’Emilia-Romagna sostenuto da Potere al Popolo, Pci e Rifondazione Comunista.

"Infortuni sul lavoro, stagionali e lavoratori negli appalti pubblici sottopagati sono tra i principali problemi. Va restituito un salario dignitoso e ristabilito un welfare di qualità", spiega il candidato. "La sanità pubblica negli ultimi trent'anni ha subito tagli, si è incentivata la sanità privata" con ricadute negative soprattutto sulle fasce più deboli, "serve invertire immediatamente la rotta", chiude Serra. 

Nel VIDEO l'intervista integrale al candidato.




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EMILIA-ROMAGNA: "Spopolamento inevitabile", preoccupa il futuro della aree interne | VIDEO

Preoccupano le informazione contenute nel piano del governo sul rilancio della aree interne del paese. In alcune zone il declino viene definito “irreversibile”. Se ne è parlato anche in Regione «Un percorso di spopolamento irreversibile» per aree che «hanno bisogno di un piano mirato che le accompagni in un processo di cronicizzazione del declino e dell’invecchiamento». È quanto si legge a pagina 45 del Piano Strategico delle Aree Interne, pubblicato pochi giorni fa dal Governo e contenente le linee guida per contrastare lo spopolamento delle zone interne del Paese. Il documento, oltre a illustrare i fondi stanziati – 310 milioni di euro per il periodo 2021-2027 – suddivide le aree interne in base agli obiettivi demografici: da un lato quelle su cui si può puntare per una inversione di tendenza, dall’altro quelle in cui il declino demografico viene considerato inevitabile. Un quadro che preoccupa Maurizio Fabbri, presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna: «Il nuovo piano del Governo legittima la rassegnazione», ha dichiarato in aula. In Emilia-Romagna, le aree interne comprendono circa 130 comuni, per un totale di oltre mezzo milione di abitanti, pari al 12% della popolazione regionale. Nel documento governativo non è specificato quali comuni rientrino esattamente nelle aree a rischio di spopolamento, ma preoccupa l’approccio, che sembra andare in controtendenza rispetto a quanto sta avvenendo in alcune zone montane: nel biennio 2022-2023, si contano 100.000 nuovi residenti nelle aree montane a livello nazionale. Il rischio, secondo molti, è quello di sovraccaricare le città. «Il futuro dell’Italia non può essere scritto solo lungo le dorsali metropolitane – ha spiegato Fabbri –. Le aree interne coprono il 60% del territorio nazionale e rappresentano un patrimonio da valorizzare, con investimenti in infrastrutture, sanità, istruzione e digitale».