23 FEBBRAIO 2024

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23 FEBBRAIO 2024 - 10:10


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EMILIA-ROMAGNA: Il Pd boccia il terzo mandato, Bonaccini al bivio europee | VIDEO

La commissione affari costituzionali del senato ha votato contro la proposta della Lega sull’estensione del terzo mandato per governatori e sindaci. La decisione potrebbe avere ripercussioni anche nella nostra regione.

L’era di Bonaccini alla regione Emilia-Romagna potrebbe essere prossima alla fine. E’ la conseguenza del voto espresso dal senato, in commissione affari costituzionali, dove è stata bocciata la proposta della Lega sul terzo mandato degli amministratori. La mozione era stata presentata per supportare il governatore veneto Luca Zaia, ma avrebbe finito per coinvolgere anche Stefano Bonaccini, il cui mandato scadrà nel 2025. “Se mi venisse chiesto di continuare certamente darei la mia disponibilità” aveva detto pochi giorni fa il presidente dell’Emilia-Romagna che adesso però vede allontanarsi la possibilità di restare in regione.

La notizia è che, a chiudere la porta, è stato proprio il suo partito. Il Pd ha infatti votato contro la proposta, assieme a Forza Italia, Fratelli d’Italia e Movimento 5 Stelle. Una scelta che ha suscitato malumori all’interno di Energia Popolare, la corrente dem vicina a Bonaccini. “Non è stato rispettato l’accordo preso in direzione e non si è salvaguardata l’unità del partito” è stato il commento affidato alle agenzie. Questo perché in prima istanza il Pd aveva valutato di astenersi da voto, mentre invece alla fine è arrivata una forte bocciatura. A questo punto si apre una nuova possibilità per Bonaccini, quella della candidatura alle elezioni europee, altra ipotesi verso la quale il governatore si è sempre detto disponibile. Non c’è però ancora l’ultima parola sul terzo mandato, visto che la Lega si è detta decisa a portare avanti la battaglia fino anche al voto in parlamento. E chissà che, in questo caso, non possa nascere un’inedita alleanza tra il Carroccio e i Bonacciniani.




ALTRE NOTIZIE DI POLITICA

RAVENNA: Nessun declassamento per la dogana del porto, intervista al direttore Adm

“Nessun declassamento, anzi, è previsto un potenziamento dell’ufficio con nuove unità nel personale: l’unica modifica riguarda la rimodulazione alla retribuzione al dirigente”. Così il direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei monopoli, Roberto Alesse, replica e prova spegnere definitivamente, ai nostri microfoni, le polemiche attorno al futuro dell’ufficio dogane al porto di Ravenna “È strumentale parlare di declassamento, tra l’altro è un sostantivo che usano anche per altri uffici dirigenziali, ma qui c’è soltanto una rimodulazione di una voce specifica della retribuzione a capo dell’ufficio di Ravenna”. Nessun declassamento. Il direttore dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, Roberto Alesse, in visita a Bologna, ribadisce l'infondatezza delle notizie circolate nei giorni scorsi, riguardo la presunta decisione di declassare da prima a terza fascia l’ufficio delle dogane del porto di Ravenna nell’ambito della sua riforma, attuativa di un decreto del 2012, avviata quasi un anno fa. Una polemica nata dopo un’interpellanza a Montecitorio della deputata dem Ouidad Bakkali, con una vera e propria levata di scudi anche da parte di sindacati e politica locale. È in corso una riorganizzazione territoriale per garantire maggiore efficienza operativa, aveva subito fatto sapere l’Adm con una nota, aggiungendo che, al contrario, è previsto un rafforzamento dell’agenzia al porto ravennate, col personale che da 63 passera a 72 unità e posizioni di elevata responsabilità che saranno raddoppiate. Stop, dunque, alle polemiche. “Questo accade, è fisiologico, la riforma in realtà sta entrando nella sua parte finale -continua Alesse – quindi è giusto chiedere interlocuzione all’agenzia e stiamo dando in realtà spiegazioni, non abbiamo problemi a farlo. Si tratta di una riforma equilibrata che poggia poi sul numero e sul volume di affari dirigenziali che ciascun ufficio andrà a governare”. L’infondatezza delle preoccupazioni rappresentate, si legge ancora nella nota, derivano esclusivamente dalla riqualificazione della retribuzione del dirigente, che viene portata da 142.434 euro a 133.137. Ravenna, rimarca pertanto Alesse, infine, resta un porto strategico. “Lo ribadisco -conclude – non cambia nulla. Poi sono realtà in completo divenire, quindi se la riforma dovrà essere revisionata alla luce di un aumento della voce del volume degli affari che ciascun ufficio gestisce, andremo a rivedere la riforma. Nulla è eterno”.