9 APRILE 2024

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9 APRILE 2024 - 10:32


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BOLOGNA: Scuole Besta, Lepore incontra i comitati contrari al progetto, cantiere sospeso | VIDEO

Centinaia di persone in presidio davanti al Comune e oltre due ore di confronto, a porte chiuse, come primo passo per un dialogo che rimane comunque molto difficile: dopo le ultime settimane di forti tensioni in città, il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, ha incontrato per la prima volta i rappresentanti dei comitati contrari al cantiere delle nuove scuole Besta. Lavori che per il momento restano fermi e un tavolo aperto anche ai favorevoli al progetto, le novità emerse a fine giornata

Le posizioni restano completamente opposte, ma la volontà comune è quella di aprire un dialogo civile, in modo da archiviare definitivamente la tensione delle ultime settimane. Dopo oltre due ore a porte chiuse nella sala Dentoni di Palazzo D'Accursio, con in contemporanea la presenza di diverse centinaia di persone in presidio in Piazza Maggiore, il sindaco di Bologna Matteo Lepore e i rappresentanti dei comitati e dei collettivi contrari al cantiere delle nuove scuole Besta, sintetizzano così gli esiti dell'incontro. La prospettiva, per ora, è quella dell'apertura nelle prossime settimane di un tavolo di confronto, al quale far sedere anche i gruppi favorevoli al progetto ed esperti da ambo le parti, non prima però di un'assemblea fra le varie anime che, a questo punto, rimarranno ancora in presidio permanente al parco Don Bosco. “Il sindaco dice che finché durerà il dialogo non partirà il cantiere, rimarrà sospeso, e lui non chiamerà la forza pubblica per risolvere la questione” spiega al termine dell'incontro, ormai dopo le ore 21, Gianni De Giuli, rappresentante del Comitato No Besta. Continuando a difendere la linea dell'amministrazione, un ottimista Lepore, che nella stessa giornata ha incontrato anche consiglio di istituto e cittadini a sostegno del progetto, aggiunge: “Se qualcosa è mancato nella comunicazione ce ne assumiamo la responsabilità, però restiamo convinti che l'intervento riduca l'impatto sull'ambiente e sul parco. Credo che col dialogo possa anche nascere qualcosa di buono -conclude- ma se la buttiamo sulla politica o su altro, le distanze diventano difficili da colmare”.




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BOLOGNA: Emergenza casa, le proposte al tavolo della Fondazione Yunus

Più collaborazione fra pubblico e privato, incentivi per chi affitta immobili inutilizzati o li vuole ristrutturare, maggiori opportunità di trasporto per chi sceglie di trasferirsi nelle zone montane e la richiesta a livello nazionale di una legge sugli affitti brevi: queste alcune delle proposte realizzate dalle diverse realtà messe attorno allo stesso tavolo dalla Fondazione Yunus Italia per affrontare l’ormai cronico problema della mancanza di case a Bologna Maggiore collaborazione fra pubblico e privato, con ristrutturazioni di patrimonio comune inutilizzato e incentivi per rimettere in circolo alloggi sfitti (la stima è di oltre 15mila in città), ma non solo. Sono diverse le proposte messe a terra dalle diverse realtà messe attorno allo stesso tavolo dalla Fondazione Yunus, dal EmilBanca alla Cisl, dalle Acli a Confocooperative, senza dimenticare Comune, agenzie del lavoro e centri di formazione professionale, per affrontare l’ormai noto problema della casa a Bologna. I canoni d’affitto, stando ai dati forniti nell’ambito del percorso condiviso NextWelfare, sono saliti di oltre il 14% nel 2024, doppiando la media nazionale, con gli affitti brevi che si stanno letteralmente mangiano il patrimonio residenziale in centro. Serve dunque intervenire con diverse misure adottate in sinergia fra gli stakeholders, che passino anche dalla rigenerazione energetica degli immobili, dall’agenzia per l’abitare del Comune, che entro primavera dovrebbe essere operativa, e da politiche che evitino l’espulsione dal centro della cosiddetta fascia grigia. “Non è solo una questione legata agli immobili, ma un elemento di coesione sociale” sottolinea il vicepresidente di Yunus Italia, Giuseppe Torluccio. Emily Clancy, vicesindaca di Bologna, aggiunge: “Sugli affitti brevi serve una legge nazionale”. Altro tema è quello delle seconde case, sia di cui sono proprietarie vedove che non affittano per non aumentare il reddito e perdere la pensione di reversibilità, spiegano dalle Acli, sia di chi ne ha una vuota in appennino, per cui servono maggiori investimenti sulla mobilità e su ristrutturazioni ancora poco convenienti. Chiara Pazzaglia, presidente Acli Bologna, conclude: “Con gli altri partner penseremo a un fondo dedicato per ristrutturare questi alloggi, abbiamo sondato le disponibilità dei proprietari a metterle sul mercato e questa sarebbe un’altra soluzione concreta”.