17 SETTEMBRE 2024

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17 SETTEMBRE 2024 - 10:35


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EMILIA-ROMAGNA: Regionali, il claim di Elena Ugolini, "La persona al centro"

In una serata presso Villa Zarri, a Castel Maggiore, nel Bolognese, Elena Ugolini, candidata del centrodestra alla presidenza dell'Emilia-Romagna, ha svelato il claim della sua campagna elettorale: "La persona al centro". Al fianco di Ugolini, l’ex calciatore del Bologna Carlo Nervo, presente per sostenere la candidatura e confermare la sua partecipazione alla lista civica guidata da Marco Mastacchi, consigliere regionale uscente.

Il messaggio di Ugolini si è concentrato sull'importanza di mettere la persona al centro della politica, non solo come slogan, ma come nuovo modello di governo. “La persona al centro – ha dichiarato Ugolini – è chi si prende responsabilità, chi si occupa dei più deboli, chi fa impresa, chi educa. È un modello di ascolto e valorizzazione, qualcosa che oggi manca nella nostra Regione”. Ugolini ha criticato l'attuale gestione dell'Emilia-Romagna, sostenendo che non si ascoltano abbastanza le esigenze di chi crea e innova.

Davanti a un pubblico composto soprattutto da giovani, Ugolini ha ribadito la sua volontà di dare spazio alle nuove generazioni, alle famiglie e a tutti coloro che lavorano per il bene comune. "Voglio un governo che sappia valorizzare chi si assume delle responsabilità e chi contribuisce a costruire il futuro del territorio," ha aggiunto.

La serata, allietata anche dalla musica di una rock band locale, ha visto la presenza di circa 200 persone, molte delle quali tra i 20 e i 30 anni, confermando l'attenzione della candidata verso i giovani e il loro coinvolgimento nella politica.

Durante l'incontro, Ugolini ha toccato anche temi concreti come le infrastrutture, sottolineando la necessità di completare il Passante di Bologna, un’opera infrastrutturale attesa da anni. "Il Passante va concluso," ha dichiarato, evidenziando che il centrodestra ha rivisto le sue posizioni storiche sull’opera e ora è pronto a sostenere il progetto, in collaborazione con il governo.

Infine, Ugolini ha chiarito una recente polemica riguardante le Rsa emiliano-romagnole, definite in precedenza "lager". "Ho usato la parola sbagliata – ha ammesso – ma il sistema di gestione di queste strutture va ripensato".

La campagna elettorale prosegue con sfide importanti, ma Ugolini resta ottimista: "Vincere non è impossibile, perché il 50% delle persone è ancora indeciso".




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EMILIA-ROMAGNA: "Spopolamento inevitabile", preoccupa il futuro della aree interne | VIDEO

Preoccupano le informazione contenute nel piano del governo sul rilancio della aree interne del paese. In alcune zone il declino viene definito “irreversibile”. Se ne è parlato anche in Regione «Un percorso di spopolamento irreversibile» per aree che «hanno bisogno di un piano mirato che le accompagni in un processo di cronicizzazione del declino e dell’invecchiamento». È quanto si legge a pagina 45 del Piano Strategico delle Aree Interne, pubblicato pochi giorni fa dal Governo e contenente le linee guida per contrastare lo spopolamento delle zone interne del Paese. Il documento, oltre a illustrare i fondi stanziati – 310 milioni di euro per il periodo 2021-2027 – suddivide le aree interne in base agli obiettivi demografici: da un lato quelle su cui si può puntare per una inversione di tendenza, dall’altro quelle in cui il declino demografico viene considerato inevitabile. Un quadro che preoccupa Maurizio Fabbri, presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna: «Il nuovo piano del Governo legittima la rassegnazione», ha dichiarato in aula. In Emilia-Romagna, le aree interne comprendono circa 130 comuni, per un totale di oltre mezzo milione di abitanti, pari al 12% della popolazione regionale. Nel documento governativo non è specificato quali comuni rientrino esattamente nelle aree a rischio di spopolamento, ma preoccupa l’approccio, che sembra andare in controtendenza rispetto a quanto sta avvenendo in alcune zone montane: nel biennio 2022-2023, si contano 100.000 nuovi residenti nelle aree montane a livello nazionale. Il rischio, secondo molti, è quello di sovraccaricare le città. «Il futuro dell’Italia non può essere scritto solo lungo le dorsali metropolitane – ha spiegato Fabbri –. Le aree interne coprono il 60% del territorio nazionale e rappresentano un patrimonio da valorizzare, con investimenti in infrastrutture, sanità, istruzione e digitale».