12 FEBBRAIO 2025

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12 FEBBRAIO 2025 - 10:09


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BOLOGNA: Rincari autobus, è polemica | VIDEO

Polemica a Bologna per i rincari al costo del biglietto dell’autobus, che dal prossimo primo marzo, per singola corsa, salirà da 1,50 euro a 2,30 euro. Ad attaccare il sindaco non solo le opposizioni politiche, ma anche sindacati e associazioni di categoria. Annunciata intanto per venerdì un’assemblea davanti al Comune, che intanto ritocca la manovra prevedendo sconti per chi ha Isee inferiore a 35mila euro

Da 1,50 euro a 2,30 euro a partire dal prossimo primo marzo. È polemica a Bologna per il rincaro dei biglietti dell’autobus annunciato a inizio settimana dal sindaco Lepore, che nonostante il coro di critiche, anche dalla sua stessa area politica, tira dritto e difende una scelta definita inevitabile dal Comune, considerando “il taglio da 25 milioni di euro da parte del Governo sui prossimi tre anni e all’ammanco di 800 milioni di euro nel fondo nazionale trasporti”spiega il primo cittadino. Tra gli obiettivi della manovra tariffaria, che porterà nelle casse di Palazzo d'Accursio oltre 12 milioni di euro all’anno, migliorare anche la qualità del servizio con nuove risorse, sostanzialmente prese dai biglietti singoli, pagati sempre di più da turisti e visitatori, e garantire di contro sconti a chi usa l’autobus abitualmente. 24 ore dopo l’annuncio dei rincari, al termine di un tavolo coi sindacati, è così arrivato il primo ritocco: l’abbonamento annuale per chi ha un Isee fino a 35 mila euro ne costerà 290. Venti euro in meno rispetto alle previsioni. Soddisfatti a metà i sindacati. Critiche al provvedimento anche da Cna, Confesercenti, Ascom, che definisce i “rialzi inaccettabili”, Legambiente e Salvaciclisti. Volt lancia addirittura “Boicotta Tper”, mentre Potere al Popolo annuncia un’assemblea pubblica venerdì alle 18 sotto Palazzo d’Accursio, con adesioni anche da Comitato Besta, Cambiare Rotta, Usb, sindacato di base e Rete dei comunisti. Per i Verdi "un trasporto pubblico costoso è tutto fuorché un servizio pubblico", mentre dalla Uil si definisce l’aumento “spropositato e in controtendenza con la necessità di stimolare l’utilizzo del trasporto pubblico locale”. Fratelli d'Italia prepara una raccolta firme. “La città non merita questa politica punitiva” dicono invece da Forza Italia; Di Benedetto della Lega parla di “scelta classista”.




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BOLOGNA: Emergenza casa, le proposte al tavolo della Fondazione Yunus

Più collaborazione fra pubblico e privato, incentivi per chi affitta immobili inutilizzati o li vuole ristrutturare, maggiori opportunità di trasporto per chi sceglie di trasferirsi nelle zone montane e la richiesta a livello nazionale di una legge sugli affitti brevi: queste alcune delle proposte realizzate dalle diverse realtà messe attorno allo stesso tavolo dalla Fondazione Yunus Italia per affrontare l’ormai cronico problema della mancanza di case a Bologna Maggiore collaborazione fra pubblico e privato, con ristrutturazioni di patrimonio comune inutilizzato e incentivi per rimettere in circolo alloggi sfitti (la stima è di oltre 15mila in città), ma non solo. Sono diverse le proposte messe a terra dalle diverse realtà messe attorno allo stesso tavolo dalla Fondazione Yunus, dal EmilBanca alla Cisl, dalle Acli a Confocooperative, senza dimenticare Comune, agenzie del lavoro e centri di formazione professionale, per affrontare l’ormai noto problema della casa a Bologna. I canoni d’affitto, stando ai dati forniti nell’ambito del percorso condiviso NextWelfare, sono saliti di oltre il 14% nel 2024, doppiando la media nazionale, con gli affitti brevi che si stanno letteralmente mangiano il patrimonio residenziale in centro. Serve dunque intervenire con diverse misure adottate in sinergia fra gli stakeholders, che passino anche dalla rigenerazione energetica degli immobili, dall’agenzia per l’abitare del Comune, che entro primavera dovrebbe essere operativa, e da politiche che evitino l’espulsione dal centro della cosiddetta fascia grigia. “Non è solo una questione legata agli immobili, ma un elemento di coesione sociale” sottolinea il vicepresidente di Yunus Italia, Giuseppe Torluccio. Emily Clancy, vicesindaca di Bologna, aggiunge: “Sugli affitti brevi serve una legge nazionale”. Altro tema è quello delle seconde case, sia di cui sono proprietarie vedove che non affittano per non aumentare il reddito e perdere la pensione di reversibilità, spiegano dalle Acli, sia di chi ne ha una vuota in appennino, per cui servono maggiori investimenti sulla mobilità e su ristrutturazioni ancora poco convenienti. Chiara Pazzaglia, presidente Acli Bologna, conclude: “Con gli altri partner penseremo a un fondo dedicato per ristrutturare questi alloggi, abbiamo sondato le disponibilità dei proprietari a metterle sul mercato e questa sarebbe un’altra soluzione concreta”.