14 APRILE 2025

13:08

NOTIZIA DI POLITICA

DI

466 visualizzazioni


14 APRILE 2025 - 13:08


NOTIZIA DI POLITICA

DI

466 visualizzazioni



BOLOGNA: Banche in fuga dall’Appennino, sindaci in presidio | VIDEO

Sindaci, ma anche associazioni di categoria, sindacati ed esponenti degli enti locali, in presidio a Bologna, davanti agli uffici di Intesa San Paolo, contro la decisione del gruppo di chiudere diverse filiali e sportelli in Appennino

Sindaci, istituzioni locali, associazioni di categoria e sindacati in presidio insieme, davanti agli uffici di Intesa San Paolo di Piazza Minghetti, a Bologna, contro la decisione del gruppo di chiudere alcune agenzie e sportelli in Appennino. Il 21 giugno, scoprendolo solo pochi giorni fa, assicura la sindaca Barbara Panzacchi, sarà il turno della filiale di Monghidoro, mentre nei prossimi mesi accadrà lo stesso a Pian Del Voglio, frazione di San Benedetto. Il timore è che l’elenco delle chiusure continui a crescere; consegnata in istituto anche una raccolta firme. “L’Appennino è un valore è un valore dal punto di vista economico e sociale e di conseguenza bisogna garantire servizi a famiglie e imprese” spiega Giancarlo Tonelli, di Ascom-Confcommercio. “Lo stesso problema in passato si era posto con gli uffici postali e con un’azione molto concertata è stato trovato un accordo: lo stesso andrebbe fatto in questo caso” commenta invece Giovanni Battista Pasini, presidente regionale di Uncem, Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani. "Ci dicono che basta l’home banking, ma è una scelta grave, che impoverisce il territorio” spiegano dalla piazza, ricordando come al momento proprio Poste e Bcc restino fra le poche realtà ancora presenti, ma non bastano. “Siamo qui perché rappresentiamo i pensionati, i più fragili, che per quanto riguarda tutti i sistemi elettronici sono in grosse difficoltà – conclude Erio Frison di Spi Cgil Bologna- Credo sia veramente importante potere dimostrare la nostra contrarietà rispetto a una politica che guarda sempre più agli interessi dei capitali e non dei cittadini”.




ALTRE NOTIZIE DI POLITICA

BOLOGNA: Referendum, presidio del Pd davanti alla sede Rai

Presidio del Partito Democratico davanti ai cancelli della Rai di Bologna, per denunciare lo scarso spazio dedicato dalla tv di Stato ai referendum del prossimo 8 e 9 giugno, coi dem compatti a sostegno dei cinque sì. Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati, in città per un convegno sul welfare, si schiera invece per il no, invitando comunque i cittadini a recarsi alle urne Presidio davanti alla sede Rai Emilia-Romagna di Bologna organizzato dal Partito Democratico per denunciare, aperte virgolette, “il blackout informativo sui referendum dell’8 e 9 giugno”. Una denuncia rivolta principalmente verso il servizio pubblico, con manifestazioni in contemporanea davanti a tutti i cancelli Rai del Paese. “Noi chiediamo che si facciano dibattiti, che si dia spazio e che si dia la possibilità a tutti di essere informati su questo appuntamento così importante” spiega il responsabile organizzazione del Pd nazionale, Igor Taruffi. Il segretario regionale Luigi Tosiani parla invece di oscuramento sul tema da parte di “TeleMeloni” e sottolinea: “Si tratta di diritti fondamentali per le persone, di lavoro, la sua sicurezza, la battaglia contro la precarietà, la cittadinanza per tutte e tutti. Sono temi che toccano la vita delle persone. Il Partito Democratico ha deciso di appoggiare questi referendum e siamo pienamente in campo per questa sfida”. A sostegno del “no” tutte le forze di maggioranza in Parlamento, come ribadito sempre da Bologna, dov’era ospite ad un convegno sul welfare, dal leader di Noi Moderati, Maurizio Lupi. “Chiediamo di andare a votare e di votare no -conferma – questi referendum sono sbagliati, un paradosso. Ci sono due modi per dire no, chiedere di astenersi, come fanno alcuni amici della coalizione, e quello nostro, cioè di andare a votare no. Anche perché c’è un tema di riflessione: chiediamo ai cittadini di tornare ad appassionarsi al voto come espressione della democrazia, credo che in questo momento sia anche giusto fare un invito, come facciamo noi, di esprimersi per il no, ma di andare a votare”.