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CESENA: Al Bufalini nuovo Laboratorio Stampa in 3D dell’Ausl Romagna | FOTO

ATTUALITÀ - Elabora le tradizionali immagini diagnostiche, come TAC o Risonanza Magnetica, per arrivare a creare un modello anatomico prima virtuale e poi reale che aiuta i chirurghi nella pianificazione degli interventi più complessi e delicati. È il nuovo Laboratorio Stampa 3D dell’Ausl Romagna in funzione all’ospedale Bufalini, grazie anche al prezioso contributo di Crédit Agricole Italia e Fondazione Cassa di Risparmio di Cesena del valore 25mila euro, per un investimento complessivo di circa 300mila euro. Fa capo all’Unità Operativa di Fisica Medica e Ingegneria Clinica, diretta dal dottor Stefano Sanniti, ed ha iniziato la sua attività a maggio dello scorso anno collaborando con i team dell’unità Operativa di Chirurgia Maxillo Facciale di Cesena, diretta dal dottor Angelo Campobassi e dell’Unità Operativa di Neurochirurgia di Cesena, diretta dal dottor Luigino Tosatto, con modelli a stampa 3D, per lo studio preliminare di casi complessi e la pianificazione di un intervento chirurgico; successivamente è stata attivata anche la collaborazione con il Dipartimento Osteoarticolare della Romagna, diretto dal dott. Alberto Belluati. La prospettiva futura è quella di estendere via via l’attività anche ad altre specialità cliniche aziendali. Principali vantaggi della Stampa 3D Uno dei principali vantaggi della stampa 3D nella pianificazione di un intervento chirurgico è la possibilità di ricreare una simulazione precisa delle caratteristiche anatomiche del paziente, consentendo ai medici di esaminare i dettagli del corpo del paziente in modo più accurato e scegliere la strategia di intervento migliore. Poiché i modelli 3D stampati sono personalizzati in base alle caratteristiche anatomiche di un paziente, possono essere utilizzati anche per esercitare la tecnica chirurgica, per la formazione, oppure per mostrare ai pazienti la tipologia dell’intervento ed esemplificarne per quanto possibile l’esito. Inoltre, l'utilizzo di modelli 3D, che possono essere stampati in anticipo e utilizzati per preparare e pianificare un intervento chirurgico, può ridurre significativamente i tempi di sala operatoria. Il Laboratorio Stampa 3D Nel Laboratorio Stampa 3D sono presenti tutte le tecnologie necessarie (stazioni di elaborazione, stampanti 3D, sistemi di riscaldamento e lavaggio) per l’intero processo produttivo che grazie alla collaborazione di Fisici, Ingegneri Biomedici e Medici, parte dall’elaborazione delle immagini diagnostiche per arrivare alla creazione del modello stampato. È composto da due tipologie di stampanti che lavorano con tecnologie differenti in modo da andare incontro a differenti processi produttivi che si possono adattare a esigenze specifiche che spaziano dalla chirurgia interventistica alla produzione di parti meccaniche per le attrezzature elettromedicali. La stampante 3D a filamento utilizza un filamento di plastica che può essere composto da vari materiali come PLA, PVA, ABS, PETG, Nylon, HIPS e altri. Il filamento viene scaldato ad una temperatura definita sull’ugello da una resistenza e poi estruso attraverso la testina di stampa, formando una struttura a strati successivi. La posizione di deposito di materiale viene raggiunta attraverso bracci meccanici azionati da motori passo passo ad alta precisione. Attraverso questo processo si otterranno componenti in 3D che si conformano al progetto 3D inizialmente importato. La stampa 3D a resina con stereolitografia (SLA) è un processo di produzione 3D in cui un raggio laser segue una forma specifica per produrre oggetti tridimensionali sfruttando il processo della solidificazione della plastica liquida. Il raggio laser è diretto verso una piattaforma che contiene la plastica liquida, indurita attorno al modello tridimensionale che si desidera stampare. Man mano che il raggio laser “scansiona” la plastica liquida, la solidifica in modo specifico seguendo il modello, strato dopo strato. La stampa 3D SLA presenta vantaggi significativi rispetto alle tecnologie di stampa 3D tradizionali. Poiché il fascio laser ha una velocità di movimento molto più elevata, i tempi di produzione sono ridotti e le parti stampate presentano più dettagli e una maggiore precisione che in altri metodi di stampa. Poiché le parti sono stampate con un processo a strati, la stampa 3D SLA consente anche di creare forme e design complessi, come parti interne, che non sarebbero possibili con la stampa ad iniezione o altre tecniche.  Per entrambe le tecnologie a disposizione il processo di stampa 3D inizia con un modello 3D che viene creato virtualmente elaborando le informazioni contenute in un esame di imaging diagnostico specifico per la patologia. I dati vengono elaborati con un processo definito di segmentazione che si differenzia in base alla tipologia di apparecchio che è stato utilizzato per l’acquisizione diagnostica (TAC o Risonanza Magnetica) e grazie al quale è possibile identificare e individuare le strutture interne del corpo, quali organi, muscoli, ossa, vasi sanguigni, tessuti connettivi e tessuti adiposi. Questo processo può essere utile nella diagnosi, prognosi e/o pianificazione del trattamento. Una volta che il modello 3D è stato creato sulla stazione di elaborazione, viene inviato alla stampante 3D che, utilizzando diverse tipologie di materiali, crea la parte anatomica di interesse.

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CALCIO: Cesena, Mignani, “Proveremo a fare lo sgambetto al Bari” | VIDEO

SPORT - Ritorno al passato per Michele Mignani, che per la prima volta fa tappa al San Nicola di Bari da avversario, dove riuscì a riportare i galletti in B nel 2022 e sfiorò l’impresa del doppio salto in A l’anno dopo, cadendo nella finale playoff contro il Cagliari di Ranieri. Voglia di riscatto sia per il tecnico genovese che per il suo Cesena, caduto allo Stirpe e caccia della seconda vittoria lontano dal Manuzzi, contro un Bari (di Moreno Longo, che fu a un passo proprio dal Cavalluccio), reduce fin qui da 13 risultati utili consecutivi e che non perde addirittura dal 23 agosto.

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EMILIA-ROMAGNA: Assemblea legislativa, prima seduta il 13 dicembre

ATTUALITÀ - Venerdì 13 dicembre è convocata la prima seduta dell'Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna. Inizia così la XII legislatura regionale, frutto delle elezioni del 17 e 18 novembre. L'avvio dei lavori è previsto alle ore 10 in viale Aldo Moro 50 a Bologna. La convocazione è stata inviata alle consigliere e ai consiglieri eletti alle scorse elezioni regionali, a norma di Statuto, dalla presidente uscente dell'Assemblea legislativa Emma Petitti. La prima seduta è presieduta dal consigliere anziano Giovanni Gordini, eletto nella lista Civici con de Pascale nella circoscrizione di Bologna, fino alla nomina del nuovo presidente. È altresì costituito un Ufficio di Presidenza provvisorio costituito, oltre che da Giovanni Gordini, dai due consiglieri più giovani, uno per ciascun genere, che fungono da Segretari durante le votazioni: Tommaso Fiazza (Lega) e Anna Fornili (Pd). Come suo primo atto, infatti, l’Assemblea elegge, fra i suoi consiglieri e le sue consigliere, il o la Presidente, che riveste un ruolo super partes. Il Presidente è eletto a maggioranza dei quattro quinti dell'Assemblea (40 voti). Se dopo due scrutini nessun candidato ottiene la maggioranza richiesta, nella terza votazione, da tenersi di diritto il giorno successivo, è sufficiente la maggioranza dei voti dei componenti l'Assemblea (26 voti). Dopo tale votazione, è richiesta la presenza della maggioranza dei consiglieri ed è eletto chi ha ottenuto il maggior numero di voti o, in caso di parità, il più anziano di età. A coadiuvare il o la Presidente nell’esercizio delle sue funzioni è l’Ufficio di presidenza, di cui fanno parte, oltre al Presidente, anche due vicepresidenti, due segretari e due questori, anch'essi eletti fra i consiglieri e le consigliere nel corso della prima seduta. Per l'elezione dei Vicepresidenti, dei Segretari e dei Questori, ciascun consigliere vota un solo nome. Vengono eletti coloro che hanno riportato il maggior numero di voti. In caso di parità di voti risulta eletto il consigliere più anziano di età

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FAENZA: Al Mic inaugura il nuovo allestimento dall’Art Nouveau al Déco | VIDEO

ATTUALITÀ - Inaugura sabato 7 dicembre 2024 al MIC di Faenza il nuovo allestimento della sala dedicata alla ceramica europea, dall’Art Nouveau al Déco, dagli inizi del Novecento fino agli anni ‘40. Il nuovo allestimento, a cura di Claudia Casali, presenta un percorso diviso in quattordici importanti aeree tematiche –  che vanno dalla riscoperta delle linee sinuose della natura e della figura femminile dell’Art Nouveau, al gusto per la linea stilizzata e l’esotismo del Déco, alla nascita delle Grandi Esposizioni e delle Biennali di Monza, passando dal Futurismo e dal Cenacolo Baccariniano, alternando grandi manifatture e scultori europei a quelli italiani e faentini. Il fine è restituire la storia europea della ceramica e delle arti decorative della prima metà del Novecento in chiave “moderna”, premessa per gli sviluppi contemporanei propri della stagione del secondo dopoguerra. Nel nuovo percorso sono esposti 600 pezzi, che analizzano le tematiche e i protagonisti dell’epoca e affrontano il ruolo delle grandi esposizioni e delle principali manifatture europee a confronto, in un dialogo tematico, formale e tecnico.  “Per questo nuovo allestimento tematico, si è partiti dalla storia del Museo faentino, attraverso le sue acquisizioni, gli allestimenti del 1926 già completi e pensati in chiave moderna, -  commenta Claudia Casali - le relazioni internazionali che l’allora direttore Ballardini aveva intessuto e fortificato negli anni del suo mandato. Poi si è proceduto all’analisi dei materiali esistenti integrandone in parte con una campagna di restauro eccezionale che ha riportato alla luce manufatti danneggiati durante il bombardamento del maggio 1944”. Il nuovo allestimento espone così ceramiche mancanti dal percorso museale da oltre ottanta anni, a testimoniare la straordinaria ricchezza del patrimonio conservato nei depositi del Museo. Sono oltre 160 le opere recuperate dai nostri depositi, di cui sei sono state restaurate per l’occasione. Una storia che si intreccia con la storia del Museo faentino che nasce proprio nel 1908 in seguito alla mostra delle “Belle arti e all’arte applicata” organizzata per l’Esposizione Torricelliana di Faenza. Nella mostra vennero esposte le tendenze del momento, un omaggio a Domenico Baccarini prematuramente scomparso e grandi nomi dell’epoca come Galileo Chini, Marcello Dudovich. Alcuni degli invitati presenti in mostra donarono il primo nucleo di ceramiche per il futuro Museo: tra questi pezzi straordinari di Art Nouveau che si trovano nel nuovo allestimento come la manifattura Villeroy&Boch di Dresda, la manifattura di Sèvres, Zslonay di Pècs, le olandesi Distel, Browers, Plateelbakkerij, Faiencerie Delft; Fabbrica Reale, Alumina e Bing&Grondahl di Copenhagen; la Manifattura Imperiale di San Pietroburgo. In concomitanza verrà inaugurato il primo touch screen multimediale di 12 postazioni di supporto didattico alle sezioni del Museo che ricostruiscono il contesto artistico, storico e sociale del periodo con approfondimenti e curiosità. Il progetto è realizzato grazie al programma regionale Fondo europeo di sviluppo regionale – Fesr. Inaugurazione sabato 7 dicembre, ore 11, su invito, con una lezione di introduzione alla lezione di Valerio Terraroli. Dalle ore 12 alle ore 18 ingresso libero.   Domenica 8 e 15 dicembre, ore 15.30, visite guidate incluse nel prezzo del biglietto. Prenotazione obbligatoria.

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RIMINI: Stazione, ingresso lato mare inaugurato entro l’estate | VIDEO

ATTUALITÀ - Proseguono i lavori per collegare il centro storico di Rimini alla marina tramite il nuovo sottopasso della stazione ferroviaria. Il secondo ingresso sarà ultimato entro la prossima estate.   A Rimini si intensificano i lavori per prolungare il sottopasso della stazione ferroviaria, progettato di RFI, che doterà l’infrastruttura di un secondo ingresso lato mare e che sarà inaugurato entro l’estate prossima. Un’opera molto attesa dato che la stazione riminese ha da sempre voltato le spalle alla spiaggia e agli hotel generando una netta cesura tra centro storico e marina. L’opera prevede l’estensione del sottopasso esistente di 50 metri, e il nuovo collegamento sarà accessibile non solo ai passeggeri, ma a tutti i cittadini e turisti che intenderanno transitare a piedi dal lato monte al lato mare, e viceversa, rendendo così più agevole l’attraversamento urbano. Nel cantiere sta prendendo forma il nuovo ingresso con la pensilina in acciaio e vetro di 80 metri di lunghezza e 5 di larghezza, in fase di completamento. Le opere strutturali sono terminate e a breve saranno effettuati i collaudi. All’interno del sottopasso, precisano dal Comune, sono in corso lavori di finitura e installazione degli impianti. Anche il parco attorno, dedicato alle Vittime delle Foibe, sarà riqualificato ed entrerà a far parte del secondo piazzale della stazione, quello appunto sul lato mare. L’intervento sullo spazio aperto partirà in primavera e prevede un investimento di 250 mila euro.

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