BOLOGNA: Centinaia in piazza contro il Decreto Sicurezza | VIDEO
POLITICA -
Diverse centinaia di persone hanno aderito anche a Bologna all’iniziativa nazionale “Luci contro il buio del regime”, indetta da una rete di realtà che vanno da Amnesty a Libera, fino a Labas, Tpo e sigle sindacali, contro il Decreto Sicurezza. In piazza anche Patrick Zaki e il segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, che ai nostri microfoni parla di “decreto della paura e della svolta autoritaria”
La mobilitazione nazionale “A pieno regime”, porta per strada a Bologna diverse centinaia di persone contro il Dl Sicurezza e contro le politiche liberticide dell’attuale Governo. “Attacchi diversi problemi sociali, ai quali risponde con carcere e repressione -spiega Martina Solidoro, portavoce della Rete “A Pieno Regime”-. Guardiamo alla giustizia climatica, al problema della casa, l’attacco alle azioni sindacali dei lavoratori. Ma guardiamo anche alla riforma Bernini, ai tagli alla sanità pubblica, alle zone rosse”. L’appello a ritrovarsi in piazza Roosvelt con torce e candele era stato lanciato da numerose realtà: da Libera a Labas e Tpo, da Arci a Link, sigle sindacali e ambientalisti. “Riteniamo che sia minata la libertà di protesta” dice Martina Mocanu, responsabile regionale di Amnesty, la quale continua l’elenco dalla piazza con “Daspo urbano, le nuove aggravanti per le proteste all’interno dei Cpr e delle carceri, criminalizzazioni degli ambientalisti climatici”. “Si rischia sempre più di andare a criminalizzare -aggiunge- un diritto di protesta pacifico che invece andrebbe tutelato”. L’iniziativa, ribattezzata “100mila luci contro il buio del regime”, dopo il ritrovo vicino la Prefettura, è passata ad un breve corteo illuminato fino a Piazza Maggiore. Imponente il dispiegamento di forze dell’ordine. Presenti anche Patrick Zaki, la vicesindaca Clancy, consiglieri comunali e regionali di centrosinistra e Nicola Fratoianni, in città per il congresso provinciale dei suoi. “Decine di piazze si mobilitano oggi contro il ddl della paura, contro un ddl che segna sì una svolta autoritaria -dice-. È l’idea di un Paese nel quale la giustizia serve da un lato a proteggere i forti, con la separazione delle carriere, e dall’altro a colpire i deboli, chi dissente, chi protesta -conclude il segretario di Sinistra Italiana-. Se manifesti e dissenti, sei un criminale: non è un bel Paese uno che fa certe scelte”.