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BOLOGNA: 33° Anniversario della Strage del Salvemini

ATTUALITÀ - In occasione del 33° anniversario della Strage del Salvemini, dal 2 al 16 dicembre 2023, l’Amministrazione comunale di Casalecchio di Reno, con il contributo della Regione Emilia-Romagna, in collaborazione con Città metropolitana di Bologna, Comuni di Bologna, Monte San Pietro, Sasso Marconi, Valsamoggia e Zola Predosa, l’associazione Vittime del Salvemini 6 dicembre 1990 e l’I.T.C.S. “Gaetano Salvemini”, promuove, insieme ai partner delle singole iniziative, appuntamenti di ricordo e riflessione legati allo sport, alle arti, alla musica, alle istituzioni, al mondo della scuola. Il 6 dicembre 1990, un aereo militare in avaria abbandonato dal pilota precipitò sull’allora succursale dell’Istituto Tecnico Commerciale Gaetano Salvemini in via del Fanciullo 6 a Casalecchio di Reno (Bologna) provocando la morte di undici studentesse e uno studente della classe 2^A - Deborah Alutto, Laura Armaroli, Sara Baroncini, Laura Corazza, Tiziana De Leo, Antonella Ferrari, Alessandra Gennari, Dario Lucchini, Elisabetta Patrizi, Elena Righetti, Carmen Schirinzi, Alessandra Venturi - e oltre ottanta feriti. Nel programma del 33° anniversario della strage, dal titolo “Un filo che non si spezza”, c’è dunque lo sport con i memorial di nuoto pinnato (3 dicembre a Bologna) e pattinaggio artistico (16 dicembre a Casalecchio di Reno); c’è il coinvolgimento dei giovani e delle scuole con la premiazione del concorso di arti visive per gli istituti superiori (4 dicembre a Casalecchio di Reno), e le numerose iniziative presso l’Istituto Salvemini il 6 dicembre; c’è la musica, grazie al concerto con il flautista Manuel Zurria (2 dicembre a Sasso Marconi), cori e orchestra sempre a Sasso Marconi (il 3 dicembre), nonché “Il ricordo nella musica” e il concerto per la Festa di San Nicolò a Zola Predosa (il 10 dicembre); ci sono le arti con le letture poetiche a Sasso Marconi (2 dicembre) e l’inaugurazione della targa artistica, realizzata dagli studenti dell’Istituto Arcangeli di Bologna alla biblioteca di Zola Predosa (9 dicembre). La commemorazione ufficiale si terrà mercoledì 6 dicembre, alle 10.30, presso l’Aula della Memoria alla Casa della Solidarietà (via del Fanciullo 6, Casalecchio di Reno). Seguirà, alle 11.30, la Santa Messa solenne presso la Parrocchia di San Giovanni Battista a Casalecchio di Reno.

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METEO: Pioggia e neve in collina nella giornata di giovedì 30

ATTUALITÀ - Per giovedì 30 novembre nuova perturbazione in scorrimento sull'Emilia Romagna con precipitazioni soprattutto sui crinali appenninici e sul comparto emiliano occidentale, più occasionali sul resto della regione. Neve inizialmente a quote collinari se non a tratti mista a pioggia in pianura sul Piacentino, ma con rapida ascesa della quota neve entro il pomeriggio. Nello specifico su litorali, pianura emiliana, dorsale emiliana e dorsale romagnola cieli molto nuvolosi o coperti con deboli piogge per l'intera giornata; sulla pianura romagnola cieli molto nuvolosi o coperti con deboli piogge, in assorbimento dalla sera. Venti deboli. Mare mosso.   (grafica 3B Meteo)

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SAN MARINO: Molestie sessuali ancora senza reato, presentato odg | VIDEO

POLITICA - A San Marino le molestie sessuali non sono ancora reato. Tutti i gruppi consiliari hanno firmato un ordine del giorno che impegna il governo ad aggiornare il codice penale.   A ridosso della Giornata contro la violenza sulle donne, l’ordine del giorno presentato in Commissione dal movimento civico Rete per introdurre il reato di molestie sessuali a San Marino è stato rinviato per l’ennesima volta. Mancava il numero legale. Lunedì la palla è passata al Consiglio grande e generale – il parlamento sammarinese – dove per la prima volta tutti i gruppi hanno firmato il documento che impegna il governo del Titano a modificare il codice penale. Già nel 2020 il Consiglio Europeo aveva ammonito San Marino chiedendo di rispettare la convenzione di Istanbul sulla lotta alla violenza di genere. I riflettori si sono accesi sul tema dopo il femminicidio in Italia di Giulia Cecchettin che ha coinvolto anche l’opinione pubblica del Titano.

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EMILIA-ROMAGNA: Consumo del suolo, stop a nuovi insediamenti | VIDEO

ATTUALITÀ - L’Emilia-Romagna taglia oltre 15.274 ettari di consumo di suolo sui 21.922 previsti nei Piano regolatori generali  e nei Piani strutturali comunali previgenti, decaduti alla fine del 2022. Si arriva così al  70% in meno. Una superficie superiore, per estensione, all’intera città di Rimini. È questo il primo risultato concreto della legge regionale n. 24/2017, “Disciplina sulla tutela e l’uso del territorio”, a cinque anni dall’entrata in vigore. La conferma arriva da una ricognizione effettuata dalla Regione in collaborazione con l’Istituto sui trasporti e la logistica, l’Università di Bologna e l’Università di Parma. Quindi, stop a nuove previsioni insediative in espansione, ma rigenerazione urbana, recupero e riqualificazione del patrimonio esistente sia in ambito abitativo che per le aree produttive dismesse.

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ROMAGNA: 2023, anno drammatico per l'agricoltura | VIDEO

ATTUALITÀ - Anno 2023 drammatico per le imprese agricole romagnole. Ne abbiamo parlato col Responsabile Servizio Tecnico Cia Romagna LE IMPRESE AGRICOLE – Al 30.09.2023 la Romagna (RA, FC, RN) conta un totale di 104.723 imprese attive complessive (meno 1.628, in percentuale -1,5% annuo; +0,9% nel 2022 sul 2021) e il calo complessivo è maggiore della variazione negativa regionale (-1,1%) e nazionale (-0,7%). Le imprese agricole attive sono 14.618 (meno 470 unità, in percentuale -3,1% annuo; -1,2% nel 2022 sul 2021): la flessione risulta superiore a quella del 2022, con maggiori difficoltà per le relative imprese femminili e giovanili. Le imprese agricole femminili sono 2.666 (meno 111 unità, in percentuale -4,0% annuo; -1,8% nel 2022 sul 2021); le imprese agricole giovanili sono 535 (meno 19 unità, in percentuale - 3,4% annuo; -3,5% nel 2022 sul 2021). Nel 2022 gli occupati totali in agricoltura sono risultati 24.783 (5,0% del totale, 5,1% nel 2021).   FRUTTICOLO – Anno drammatico per la frutta romagnola. Le percentuali di perdite per la maggior parte delle colture si equivalgono a quelle del 2020, uno degli anni più nefasti per il comparto, ma per alcune il 2023 è anche peggio.  Oltre poi alle perdite di produzione e ai mancati incassi relativi, nel 2023 pesano i danni a impianti, strutture, attrezzature e mezzi. In particolare dal 2020 le colture non hanno più raggiunto il loro potenziale produttivo medio.  Nel 2023 il calo produttivo medio è drastico anche perché, anche a causa dei noti eventi meteo, interessa praticamente tutte le colture: actinidia (-40% e oltre), albicocco (-26%), fragola in campo (-34,6%), pero (-60%), pesco (-45%), nettarina (-44%); ciliegio (-73%), melo (-7%), susino (-43%). Anche per castagno, nocciolo, noce, kaki rese medie dimezzate e scarsa produzione (-50% e oltre).  Superfici coltivate in calo in Romagna del -11% per il pesco; -6,5% per la nettarina; -4% per il susino; -3% rispettivamente per albicocco, ciliegio, pero; -2% rispettivamente per melo e actinidia. In merito ai prezzi all’origine là dove anche si prevedono andamenti leggermente migliori rispetto al 2022 il problema è dato dalla carenza o mancanza di prodotto.   OLIVICOLTURA – Fra le peggiori annate dell’ultimo decennio, per l’olivo l’attesa è di una campagna con il 70% di prodotto in meno in Romagna in linea con le previsioni a livello regionale. Complessivamente nei tre areali romagnoli (Rimini, Forlì-Cesena e Ravenna)  la resa media è stimata in meno di un terzo del 2022, è il dato più basso dal 2018 ad oggi: 7,6q.li/ha a fronte dei 23 del 2022. Circa 25mila quintali di olive raccolte a fronte delle oltre 77mila del 2022. Le aspettative della resa in olio sono attese nella media. Per le olive Dop la previsione è di una raccolta in calo del 50% sul 2022, con resa nella media. I kg di olio Dop delle tre province complessivamente dovrebbero essere circa 8.500 (4mila per la parte ravennate e 4.500 per le Forlì-Cesena/Rimini).   VITIVINICOLO – Per l’uva da vino, complessivamente in Romagna gli ettari coltivati e in produzione aumentano leggermente (0,5%) a causa di un incremento di superfici nel ravennate coltivate (145 ettari) e in produzione (132 ettari) sul 2022. La produzione media in Romagna in quintali di uva scende del 2% circa; -1,4% nel ravennate; -4,16% Forlì-Cesena; -3,21% Rimini. Gli ettolitri in Romagna calano del 2,6%; -1,5 Ravenna; circa -8% Forlì-Cesena; -2% Rimini. Rispetto alle superfici coltivate che risultano dai dati, si stima che i vigneti colpiti dalle alluvioni e dalle frane di maggio coprano una superficie di circa 800 ettari. A questi si aggiungono i vigneti abbattuti dalla tromba d’aria, in particolare nella zona di Alfonsine (Ravenna), oltre 60 ettari e quelli colpiti dalle grandinate e dall’aggressività di alcune malattie, dalla flavescenza dorata alla peronospora.   COLTURE ERBACEE - Per il cerealicolo in Romagna le superfici complessivamente calano rispetto al 2022 per grano tenero (-2%) e mais (-21%). Aumenta rispetto al 2022 la superficie del grano duro (+8%), dell’orzo (+6%) e del sorgo (+0,7%). Rese medie tutte con diminuzioni importanti rispetto al 2022 (tranne il sorgo da granella nel ravennate e nel riminese): -30% per il tenero (43 q/ha) e per il duro (35 q/ha); -22% per l’orzo. Per il mais la resa e la produzione rispetto al 2022 è migliore, ma questo cereale fu duramente colpito nel 2022 dalla siccità, anno in cui dimezzò la produzione quindi il dato 2023 è da relativizzare con gli andamenti precedenti. Nelle industriali, per l’erba medica si conferma un calo di superfici seminate in Romagna con diminuzione di ettari a Ravenna e Forlì-Cesena, con una resa romagnola in aumento trainata dal riminese, mentre nel ravennate e forlivese-cesenate, aree maggiormente colpite dalle alluvioni e dalle frane, la resa è diminuita. È nel ravennate che l’andamento della coltura è stato maggiormente condizionato passando dagli intensi fenomeni piovosi di maggio ad un arresto delle precipitazioni fino a inizio ottobre. 20% in meno di superficie seminata anche per la barbabietola da zucchero. Il 2023 è poi un anno molto particolare: circa 50 ettari sono andati distrutti e circa 450 ettari sono stati allagati a causa degli eventi meteo estremi di maggio. Quanto e per che periodo i campi sono stati allagati sono variabili che hanno determinato differenze nei risultati: buone le rese nelle aree non allagate, produzioni discrete in quelle sommerse per pochi giorni. La resa romagnola media per la produzione di saccarosio è di circa 7,5 ton/ha. Annata deludente per gli effetti del meteo anche per le colture da seme, con ettari cancellati da alluvioni e frane. Per le orticole in campo, pur nella vastità delle differenziazioni, riduzioni di rese medie: la cipolla, ad esempio, con superfici seminate in Romagna in crescita rispetto al 2023 vede una produzione che in particolare nel ravennate ha avuto un calo del 40% (non disponibili la rese di FC al momento della chiusura del report); patate, con resa media -31% e anche meno superficie seminata; pomodori da industria, con maggiore superficie seminata in Romagna ma rese penalizzate dal meteo: nel solo ravennate il calo è del 41% (FC non disponibile, RN stabile in leggero aumento).  Per le orticole in serra calo produttivo medio di circa il 20%. Prezzi molto variabili e andamento dei consumi in difficoltà.   ZOOTECNIA - Anche per il comparto zootecnico l'andamento del 2023 è stato drammaticamente condizionato dagli eventi atmosferici di maggio. Il numero di allevamenti di bovini da carne risulta in calo in tutte e tre le province rispetto al 2022, con una diminuzione più marcata nel ravennate (-10%). Forlì-Cesena resta la provincia con il maggior numero di capi, che scendono comunque del 9%. Circa i bovini da latte, i capi calano drasticamente in provincia di Forlì-Cesena  (-16%) e Rimini  (-14%). Ravenna detiene il maggior numero di capi, in leggero aumento. L'andamento di numero di allevamenti e capi suini mostra le maggiori variazioni in provincia di Forlì-Cesena, dove entrambi risultano in calo a settembre 2023 secondo l'osservatorio Araer. Per quanto riguarda i conigli le uniche unità produttive sono in provincia di Forlì-Cesena (30 allevamenti) e in provincia di Ravenna (13). Anno difficilissimo anche per l'apicoltura romagnola con produzioni primaverili pressoché azzerate e perdite di migliaia di alveari. Dalla seconda metà di giugno in poi vi è stata una graduale ripresa delle produzioni.   BIOLOGICO - Per distribuzione di imprese biologiche in regione la provincia di Forlì-Cesena è al secondo posto con 1.039 imprese. Quasi un’azienda agricola biologica su due conduce anche un allevamento e nel 50% dei casi si tratta di un allevamento biologico (954 su 2049); le province che si contendono il primato per la maggiore vocazione zootecnica biologica sono Piacenza e Forlì-Cesena. Per Sau bio la provincia di Forlì Cesena è al quarto posto.

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