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EMILIA-ROMAGNA: Carceri, la Regione, "contrari a trasferimenti da minorile Bologna"

ATTUALITÀ - "La Regione Emilia-Romagna esprime forte preoccupazione per le notizie di stampa secondo cui il ministero della Giustizia starebbe valutando il trasferimento di detenuti appena maggiorenni dagli istituti penali per minori alla Casa circondariale della Dozza di Bologna, e segnala lo stato di degrado e sovraffollamento della struttura, totalmente inidonea ad ospitare minori". E' quanto rende noto l'ente in un comunicato il quale specifica "una posizione di contrarietà" in una "richiesta urgente" di chiarimento formalizzate nella lettera inviata oggi al ministro della Giustizia, Carlo Nordio, dall’assessora al Welfare Isabella Conti, che proprio nelle scorse settimane ha visitato l’istituto penitenziario di Modena e, assieme al presidente Michele de Pascale, quello bolognese 'Rocco D’Amato' (della Dozza, ndr), verificando - come ricorda nella missiva - “una struttura vetusta e degradata, una promiscuità degli spazi evidente anche a un occhio non esperto e un problema di sovraffollamento ormai insostenibile, con 853 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 507”. “Ho scritto al ministro Nordio- spiega Conti- per verificare la veridicità delle informazioni pubblicate sulla stampa, poiché una tale ipotesi sarebbe gravemente lesiva dei diritti dei detenuti, soprattutto dei più giovani. La Dozza è una struttura già oggi in grave emergenza, con un sovraffollamento drammatico e condizioni di detenzione che non possono garantire un percorso rieducativo adeguato. L’eventuale trasferimento di detenuti minorenni o appena maggiorenni in tale contesto non farebbe che aggravare ulteriormente le condizioni di detenzione, rendendole ancor meno compatibili con i principi di dignità e recupero sanciti dal nostro ordinamento. Dai nostri sopralluoghi- aggiunge l’assessora- abbiamo constatato infatti una situazione strutturale critica, con spazi promiscui e degradati: un ulteriore aggravamento della condizione carceraria non sarebbe degno di un Paese civile". Da qui, la richiesta immediata di delucidazioni al ministero: “La Regione Emilia-Romagna- conclude l’assessora- è fermamente contraria a questa prospettiva, chiediamo al ministero di fornire urgentemente chiarimenti in merito”.

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BOLOGNA: Rincari autobus, è polemica | VIDEO

POLITICA - Polemica a Bologna per i rincari al costo del biglietto dell’autobus, che dal prossimo primo marzo, per singola corsa, salirà da 1,50 euro a 2,30 euro. Ad attaccare il sindaco non solo le opposizioni politiche, ma anche sindacati e associazioni di categoria. Annunciata intanto per venerdì un’assemblea davanti al Comune, che intanto ritocca la manovra prevedendo sconti per chi ha Isee inferiore a 35mila euro Da 1,50 euro a 2,30 euro a partire dal prossimo primo marzo. È polemica a Bologna per il rincaro dei biglietti dell’autobus annunciato a inizio settimana dal sindaco Lepore, che nonostante il coro di critiche, anche dalla sua stessa area politica, tira dritto e difende una scelta definita inevitabile dal Comune, considerando “il taglio da 25 milioni di euro da parte del Governo sui prossimi tre anni e all’ammanco di 800 milioni di euro nel fondo nazionale trasporti”spiega il primo cittadino. Tra gli obiettivi della manovra tariffaria, che porterà nelle casse di Palazzo d'Accursio oltre 12 milioni di euro all’anno, migliorare anche la qualità del servizio con nuove risorse, sostanzialmente prese dai biglietti singoli, pagati sempre di più da turisti e visitatori, e garantire di contro sconti a chi usa l’autobus abitualmente. 24 ore dopo l’annuncio dei rincari, al termine di un tavolo coi sindacati, è così arrivato il primo ritocco: l’abbonamento annuale per chi ha un Isee fino a 35 mila euro ne costerà 290. Venti euro in meno rispetto alle previsioni. Soddisfatti a metà i sindacati. Critiche al provvedimento anche da Cna, Confesercenti, Ascom, che definisce i “rialzi inaccettabili”, Legambiente e Salvaciclisti. Volt lancia addirittura “Boicotta Tper”, mentre Potere al Popolo annuncia un’assemblea pubblica venerdì alle 18 sotto Palazzo d’Accursio, con adesioni anche da Comitato Besta, Cambiare Rotta, Usb, sindacato di base e Rete dei comunisti. Per i Verdi "un trasporto pubblico costoso è tutto fuorché un servizio pubblico", mentre dalla Uil si definisce l’aumento “spropositato e in controtendenza con la necessità di stimolare l’utilizzo del trasporto pubblico locale”. Fratelli d'Italia prepara una raccolta firme. “La città non merita questa politica punitiva” dicono invece da Forza Italia; Di Benedetto della Lega parla di “scelta classista”.

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ROMAGNA: Tifosi del Cesena imbrattano e danneggiano un treno

CRONACA - Disordini e danni a bordo del treno regionale che domenica ha trasportato oltre 500 tifosi del Cesena a Reggio Emilia per la trasferta della loro squadra. A 48 ore dall’accaduto, Trenitalia ha fatto il bilancio dei danni subiti lungo il tragitto, con particolare tensione registrata alla stazione di Bologna Centrale, sede della tifoseria rivale del Bologna. In una nota, Trenitalia ha denunciato "nuovi episodi di inciviltà a bordo di un treno regionale e in stazione", ricordando un episodio simile avvenuto il primo febbraio con i tifosi del Mantova. Il convoglio, un treno Rock della tratta Rimini-Piacenza partito da Cesena alle 11.08, ha subito uno stop di circa 20 minuti a Bologna, dove alcuni tifosi sono scesi per lanciare fumogeni, petardi e sassi, danneggiando un altro treno in sosta, oltre a cartelli e distributori automatici. L’intervento della Polfer e del personale di sicurezza ferroviaria ha evitato conseguenze peggiori e consentito la ripartenza del mezzo. All’arrivo a Reggio Emilia, i tifosi hanno abbandonato il treno in condizioni critiche: rifiuti, bottiglie vuote, lattine e sedili imbrattati, mentre i bagni sono stati resi inutilizzabili. Le telecamere di sorveglianza presenti a bordo e nelle stazioni aiuteranno a individuare i responsabili, che rischiano la denuncia. La trasferta si è conclusa con ulteriori tensioni: il pullman che riportava i tifosi alla stazione è stato colpito da un sasso lanciato da ignoti lungo la superstrada.

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RAVENNA: La Cassa chiude il 2024 con utili record e solidità rafforzata

ECONOMIA - La Cassa di Ravenna ha chiuso il 2024 con risultati positivi segnando un utile netto di 37 milioni di euro, in crescita del 15% rispetto all’anno precedente, e un utile lordo che ha registrato un incremento del 25% superando la soglia dei 52 milioni di euro. Si tratta del miglior bilancio nella storia dell’istituto che opera dal 1840. Rafforzata la solidità anche sul fronte patrimoniale: il CET 1 ratio ha raggiunto il 23,89%, mentre il Total Capital Ratio si attesta al 25,01%. Il bilancio della Cassa del 2024 registra margine di interesse di 76,6 milioni di euro (-1,15%), commissioni nette di 52,9 milioni di euro (+2,94%), margine di intermediazione di 147,3 milioni di euro (+2,87%), rettifiche e accantonamenti per rischio di credito, sempre prudenti, di 14,8 milioni di euro (-37,58%).  Il risultato della gestione finanziaria è di 132,2 milioni di euro (+10,73%), i costi operativi, comprensivi dei costi obbligatori per salvataggi di banche concorrenti, ammontano a 76 milioni di euro (-1,20%). La raccolta diretta da Clientela è cresciuta a 4.633 milioni di euro (+3,07%), la raccolta indiretta è stata di 5.611 milioni di euro (+2,87%), di cui 2.696 milioni di euro risparmio gestito (comprensivo dei prodotti finanziario-assicurativi). E’ diminuita la domanda di prestiti, con impieghi di 2.968 milioni di euro (-9,61%). Il totale dei crediti deteriorati netti della Cassa (sofferenze, inadempienze probabili e scaduti) è diminuito del 35,55%, l’1,89% del totale dei crediti netti. Positivo è anche il bilancio consolidato del Gruppo Cassa con un utile lordo di 75,8 milioni di euro (+22,44%) e un utile netto di 47,6 milioni di euro (+14,69%), risultato migliore dalla costituzione del Gruppo bancario. Il Consiglio di Amministrazione ha proposto un aumento del dividendo per gli azionisti: sarà possibile ricevere un’azione ogni 26 possedute o 61 centesimi lordi per azione con un incremento del 19,61%.

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RAVENNA: Transizione energetica, Descalzi, “Il futuro è la cattura della Co2” | VIDEO

ATTUALITÀ - Si è parlato di transizione energetica a Ravenna con l’amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi. Tra i temi sul tavolo anche un progetto lanciato da poco da Snam per aiutare le grandi aziende a ridurre i consumi. "Il futuro per Ravenna, per noi, si chiama cattura della CO₂." Lo stoccaggio della CO₂ è una tappa fondamentale del processo di decarbonizzazione, non solo in Romagna ma in tutta Italia. Così l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, che in un convegno sulla transizione energetica ha lodato il nuovo progetto di Snam, avviato per la prima volta in Italia proprio a Ravenna: "Da questo punto di vista ha ancora una volta aperto un nuovo ciclo", spiega Descalzi, "una nuova attività, perché, come è riuscita a farlo sul gas, adesso lo sta facendo sulla decarbonizzazione." La prima fase, avviata a settembre scorso, prevede l’iniezione di 25mila tonnellate all’anno di CO₂ dalla centrale Eni di Casalborsetti alla piattaforma Mare Ovest, in Adriatico, utilizzando i vecchi giacimenti di metano come depositi. L’obiettivo è aiutare le aziende a ridurre le emissioni e rendere più sostenibili le produzioni, soprattutto in una fase delicata come questa, in cui il caro energia torna a preoccupare i bilanci di famiglie e imprese: "Per dare la possibilità a tutti i settori che noi chiamiamo hard-to-abate, quindi le industrie pesanti che difficilmente possono essere elettrificate e che hanno bisogno di gas e di decarbonizzarsi, questo è un futuro importantissimo. Secondo me, questo è un punto strategico per dare a Ravenna un respiro molto profondo, ma anche un aiuto a tutta l'Italia e a parte dell'Europa."

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