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COLOMBIA: Biologo fatto a pezzi, adescato tramite app di incontri | VIDEO

CRONACA - Attirato in una trappola attraverso un'app di incontri. Poi drogato, derubato e infine ucciso. Ecco la svolta nell'inchiesta sulla morte in Colombia del biologo ferrarese Alessandro Coatti, il cui cadavere è stato trovato a pezzi a partire da domenica 6 aprile. Sarebbe stato adescato tramite un app di incontri diffusa nella comunità LGBTQ+. Secondo quanto riportato da fonti investigative locali, Coatti è stato attirato in un appartamento da una banda criminale specializzata nell’estorcere denaro agli stranieri. Dopo essere stato drogato, è stato derubato, assassinato e il suo corpo brutalmente smembrato nel tentativo di ritardarne l’identificazione. Le indagini hanno escluso, al momento, il coinvolgimento di gruppi paramilitari o narcotrafficanti, concentrandosi sulla pista della rapina finita tragicamente. Sono stati individuati quattro sospetti, ancora a piede libero. Il caso ha acceso l’attenzione sui rischi legati all’uso di app di incontri note per sequestrare e manipolare le vittime in Colombia.

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CALCIO: Un pari senza acuti, Rimini e Pineto si spartiscono il bottino | VIDEO

SPORT - Stringiamoci la mano e non facciamoci del male. Questa la sintesi della gara andata in scena al Romeo Neri, dove Rimini e Pineto si sono spartiti la posta in palio nell’ultimo match della regular season. La gara si sblocca subito, dopo neanche 10 minuti, con il bolide dalla distanza di Pellegrino che pietrifica Vitali, chiamato all’arduo compito di far rifiatare capitan Colombi. Il Rimini reagisce subito, in meno di un quarto d’ora si ritorna in parità: Longobardi taglia verso il centro, porta via due difensori e apre per Lombardi, che da pochi passi supera Tonti. Si salva invece sulla linea il Pineto 20 minuti dopo, quando il Rimini accarezza il raddoppio dagli sviluppi di corner, con Parigi che ci prova due volte ma Fabrizi e lo stesso Tonti gli dicono di no. Una ripresa di gestione, con le due squadre che si studiano senza colpo ferire, fino al 73’, quando Jallow non capitalizza il contropiede oceanico, aggirando l’estremo difensore abruzzese ma vedendo strozzata in gola la gioia del gol grazie al tackle in chiusura di Marafini. È un Rimini che comunque chiude in crescendo, con la zuccata di Cinquegrano bloccata da Tonti, e che chiude la sua stagione regolare a quota 51, valevoli per il nono posto. Ora una breve pausa e poi si ricomincia: per i ragazzi di Buscè c’è una lotta playoff da onorare e conquistare.

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PREDAPPIO: In 150 ricordano gli 80 anni dalla morte di Mussolini

ATTUALITÀ - In 150 nostalgici del fascismo hanno ricordato domenica a Predappio gli 80 anni dalla morte di Mussolini. Iniziativa che come al solito fa molto discutere.   Sono stati circa 150 i partecipanti alla consueta giornata che come ogni anno commemora la morte del dittatore Benito Mussolini avvenuta il 28 aprile 1945. All’iniziativa di domenica a Predappio, città natale del duce, di cui custodisce le spoglie mortali, hanno partecipato nostalgici, alcuni dei quali con camicia nera e labari dei reduci dei combattenti della repubblica sociale e degli arditi d'Italia. Presenti anche le nipoti di Vittorio Mussolini, primogenito del duce, Orsola e Vittoria. Non si sono segnalati problemi di ordine pubblico. La manifestazione era sorvegliata da polizia, carabinieri e polizia locale, oltre che dal servizio d'ordine organizzato da 'Continuità ideale'. All'ingresso del cimitero, come in altre occasioni, ha preso la parola Orsola che ha ringraziato i presenti sostenendo una propria versione storica in base alla quale la repubblica sociale si sia limitata a difendere la patria. Dopo le letture delle preghiere del legionario, dell'ardito e dell'ausiliaria c’è stata la visita alla cripta del dittatore fascista. Per tre volte è stato fatto il rito del ‘presente’, due per Mussolini e uno per i caduti della repubblica sociale. Gli organizzatori hanno chiesto ai partecipanti di non fare il saluto romano che in altre occasioni aveva dato vita a procedimenti legali, oltre che a grandi polemiche, anche se quest’ultime non sono mancate nemmeno questa volta.

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BOLOGNA: Omicidio alla Barca, identificati gli aggressori

CRONACA - Sono stati identificati i presunti responsabili della morte di Bader Essefi, il giovane tunisino di 19 anni brutalmente aggredito alla Barca la sera del 25 aprile. Il ragazzo, lasciato esanime su un marciapiede di via Colombi, a pochi passi da piazza Giovanni XXIII, è deceduto in ospedale attorno alla mezzanotte, dopo un disperato tentativo di rianimazione da parte dei soccorritori del 118. I carabinieri del Nucleo Investigativo hanno fermato due uomini, entrambi con precedenti penali: un italiano di 31 anni, originario del sud, e un tunisino di 29 anni. I due, che conoscevano Bader solo superficialmente, sono ora indagati per omicidio preterintenzionale, ma restano a piede libero. Domani è prevista l’autopsia che dovrebbe chiarire le cause esatte della morte del giovane, nell'ambito dell'inchiesta coordinata dal pm Andrea De Feis. Bader Essefi viveva in Italia da cinque anni, arrivato come minore non accompagnato e seguito dai servizi sociali. Integrato e benvoluto nel quartiere, lavorava come aiuto cuoco al ristorante "Manicarettibo" di via Saragozza, i cui titolari lo ricordano con affetto: «Era un ragazzo solare, sempre pronto a sorridere. Stava risparmiando per il matrimonio della sorella previsto a giugno». In segno di lutto, il locale è rimasto chiuso nel weekend, lasciando un messaggio e un’orchidea bianca in via Colombi, nel luogo della tragedia. Secondo le prime ricostruzioni, la violenza sarebbe scaturita da una lite avvenuta lungo il portico del "Treno", tra via Tommaseo e piazza Giovanni XXIII, mentre Bader si trovava con la fidanzata, una 15enne. Dopo un alterco ancora tutto da chiarire, il 19enne avrebbe cercato di fuggire, inseguito dai due aggressori che lo avrebbero raggiunto e picchiato ripetutamente, fino a lasciarlo a terra agonizzante. È stata proprio la ragazza a lanciare l’allarme chiamando i soccorsi. Resta da accertare la causa scatenante della lite e se vi fossero rapporti pregressi tra i coinvolti. Gli inquirenti stanno analizzando anche i filmati delle telecamere di sorveglianza della zona, in particolare quelle poste davanti alla chiesa della Barca. Il quartiere, già segnato da recenti episodi di cronaca come la scomparsa di una donna precipitata da un balcone in via Tolstoj l’8 aprile scorso, cerca ora di reagire al dolore. "Nonostante tutto – dicono alcuni residenti – la Barca non si arrende".

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EMILIA-ROMAGNA: Fine vita, dal Tar ok a sospensiva sulla delibera regionale

ATTUALITÀ - Il Tar dell'Emilia-Romagna ha accolto l'istanza di sospensiva avanzata della consigliera regionale Valentina Castaldini, di Forza Italia, per ottenere la sospensione delle delibere regionali che permettono il suicidio assistito in regione.   "Una delibera regionale non può sostituire una legge nazionale su un tema così delicato". È il commento della consigliera regionale di Forza Italia, Valentina Castaldini, che si è vista accogliere dal tar dell’Emilia-Romagna l’istanza di sospensiva riguardo alle delibere regionali sul fine vite. Gli atti dell’allora giunta Bonaccini, approvati nel febbraio 2024, avevano lo scopo di dare attuazione al suicidio medicalmente assistito sul territorio regionale. L’11 marzo scorso, la consigliera azzurra aveva presentato un ricorso al tribunale amministrativo contro la Regione, chiedendo l'annullamento delle delibere. Iniziativa a cui ha fatto seguito il 12 aprile il ricorso, sempre presso il tar, della presidenza del Consiglio dei ministri e del ministero della Salute. Per il prossimo 15 maggio è prevista la trattazione collegiale del tribunale. In attesa del pronunciamento definitivo dei giudici amministrativi, si sono conclusi in Emilia-Romagna due iter di suicidio assistito. E una terza richiesta di accesso alla procedura è arrivata di recente, notizia che ha indotto Castaldini a presentare l’istanza al tar. L’associazione Luca Coscioni, però, sottolinea come il tar non possa bloccare quanto stabilito dalla Corte costituzionale con la sentenza Cappato e assicura battaglie legali su eventuali ritardi nelle risposte ai malati.

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