Rimini

Thumbnail CESENA: Inscenarono funerale durante unione gay, tutti prescritti ex forzanuovisti

CESENA: Inscenarono funerale durante unione gay, tutti prescritti ex forzanuovisti

CRONACA - Si chiude con un proscioglimento per intervenuta prescrizione la vicenda giudiziaria legata al controverso 'funerale simbolico' inscenato da militanti di Forza Nuova durante una cerimonia di unione civile tra due uomini, celebrata a Cesena il 5 febbraio 2017. Il Tribunale di Forlì, riunito in composizione collegiale, ha dichiarato oggi il non doversi procedere nei confronti di tutti gli imputati. All’epoca dei fatti, l’azione – con tanto di bara e corteo funebre – sollevò forti polemiche a livello locale e nazionale, venendo immediatamente bollata come offensiva e omofoba. La Procura di Forlì aprì un fascicolo ipotizzando la violazione della Legge Mancino, che punisce atti discriminatori motivati da odio razziale o omofobico. In primo grado, però, il Tribunale escluse la sussistenza della violazione della legge 205/1993, assolvendo gli imputati da tale accusa. Tra loro anche Mirco Ottaviani, oggi dirigente del Movimento Nazionale La Rete dei Patrioti, difeso dagli avvocati Mario Giancaspro e Tommaso Golini, che assistevano complessivamente otto dei dieci imputati. Tuttavia, nel corso dell’ultima udienza del processo di primo grado, era stato loro contestato anche il reato di diffamazione con altro mezzo di pubblicità, accusa che portò a una condanna. La Corte d’Appello di Bologna, lo scorso ottobre, aveva annullato la sentenza di condanna per un vizio procedurale: agli imputati assenti non era stato notificato l’estratto del verbale d’udienza contenente la nuova imputazione, fatto che ha comportato la nullità dell’intero procedimento per difetto di contestazione.

Thumbnail EMILIA-ROMAGNA: Rischio idrogeologico, Musumeci, 'la Regione ha speso solo 25% fondi'

EMILIA-ROMAGNA: Rischio idrogeologico, Musumeci, 'la Regione ha speso solo 25% fondi'

"Per il rischio idrogeologico in Emilia-Romagna dal 2015 il governo ha stanziato oltre 1 miliardo. A ciò ci aggiungono le risorse Ue pari a oltre 378 milioni. Ma dalle verifiche condotte sul sistema di monitoraggio per gli interventi emerge che a fronte degli stanziamenti risultano purtroppo effettivamente spesi solo 267 milioni di euro, il 25,53% del totale finanziato all'Emilia-Romagna. Tale dato segnala la necessità di rafforzare efficacia e tempestività". Lo ha detto il ministro per la Protezione civile Nello Musumeci in audizione in commissione parlamentare di inchiesta sul Rischio idrogeologico e sismico del territorio italiano. "La differenza tra risorse stanziate e spese - ha detto comunque - è imputabile a diversi fattori: la complessità delle procedure amministrative, la frammentazione delle competenze tra commissario, Regioni, Comuni, i tempi per i progetti e le gare, la capacità amministrativa di alcuni soggetti attuatori, la presenza di interventi rilevanti in corso di esecuzione, i nuovi eventi che hanno modificato i luoghi. Il governo è impegnato a semplificare questi processi per rafforzare la governance territoriale".

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RIMINI: Comune stoppa l'affissione del manifesto Pro Vita 'anti-gender'

La Giunta comunale di Rimini ha espresso voto "favorevole al diniego dell'affissione di cento manifesti richiesta dall'associazione Pro Vita & Famiglia Onlus, per conto anche dell'associazione culturale San Michele Arcangelo, volti alla sensibilizzazione dell'opinione pubblica contro l'ideologia gender e in particolare contro il trattamento di tali argomenti nelle scuole". Lo rende noto la stessa Amministrazione della città romagnola. Il cosiddetto manifesto 'anti gender' bocciato dalla Giunta riporta il volto di un adolescente a rappresentare la campagna "Mio Figlio No - Scuole Libere dal Gender". A giudizio del Comune romagnolo il provvedimento adottato "deriva da un messaggio che coinvolge in maniera diretta anche bambini ed adolescenti, tentando di sensibilizzarli su temi di interesse sociale, ritenuto non rispettoso della dignità della persona in tutte le sue forme ed espressioni, anche in riferimento al sito internet, al quale si accede scansionando il codice QR presente sul manifesto, che riporta comunicazioni oggettivamente non veritiere e - prosegue il Comune - suscettibili di fomentarne l'ostilità e di condizionarne il pensiero in modo fuorviante ed ingannevole, nonché discriminatorio con riferimento all'identità di genere e nel quale si parla di una vera e propria 'lotta' o 'battaglia' contro l'ideologia gender nelle scuole e dove sono presenti numerosi riferimenti, spesso fuorvianti, tali da poter generare incomprensioni, tensioni e sfiducia nei confronti delle istituzioni scolastiche". Inoltre "il manifesto risulta essere anche in contrasto 'con le disposizioni di legge e del Codice di autodisciplina della comunicazione commerciale non evitando ogni forma di discriminazione, compresa quella di genere'", Il diniego all'affissione tiene conto anche di quanto espresso dal Tar dell'Emilia-Romagna con una sentenza del 2022 e poi dal Consiglio di Stato con una sentenza del 2025, in merito al rigetto del ricorso presentato dall'Associazione ProVita e Famiglia Onlus contro un precedente provvedimento di diniego all'affissione emesso dal Comune di Rimini, con particolare riferimento alla competenza e alle motivazioni


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